Messa al bando del diesel, anche Monaco e Barcellona dico no ai motori inquinanti

inquinamento e traffico

Niente più diesel a Monaco di Baviera e Barcellona. La decisione di mettere al bando le auto diesel delle due città porta a sei il numero dei grandi centri che hanno dichiarato guerra ai motori inquinanti, dopo Atene, Madrid, Città del Messico e Parigi. Diversi i modi per ottenerlo, uguale il risultato: niente più auto alimentate a diesel nella zona urbana con l’obiettivo di ridurre i tassi di inquinamento da polveri sottili. Le quattro capitali europee avevano siglato un accordo nel corso della sesta conferenza biennale dei sindaci (C40), tenutasi a Città del Messico nel dicembre 2016: scopo dichiarato era arrivare al bando totale dei motori diesel entro il 2025, con una serie di iniziative legislative dirette a una mobilità sempre più green. Ora tocca a Monaco di Baviera e Barcellona che con due soluzioni diverse stanno dirigendosi verso lo stesso fine, l’addio al diesel.

Tutti gli interventi arrivano a ridosso dell’allarme lanciato da uno studio del World Health Organisation che indica l’inquinamento, interno ed esterno alle abitazioni, responsabile ogni anno della morte di 570mila bambini sotto i 5 anni nel mondo, cifra più o meno identica indicata anche dal rapporto Unicef “Clear the air for children” che ha calcolato in 600mila i bambini morti per inquinamento.

Monaco attende una sentenza dell’Alta Corte della Baviera che aveva imposto al governo del Land misure drastiche per il contenimento dell’inquinamento dopo il superamento dei limiti di elementi inquinanti nell’aria. I giudici aveva obbligato il governo a ideare piani di riduzione delle emissioni entro la fine del 2017, mettendo tra le varie ipotesi anche quella della messa a bando del diesel.

Per Barcellona invece il divieto riguarda essenzialmente veicoli di vecchia generazione, con l’accordo raggiunto tra Municipalità, Comuni limitrofi e governo della Catalunya che nega l’accesso e la circolazione in città nei giorni feriali alle auto immatricolate prima del gennaio 1997 e ai veicoli commerciali precedenti l’ottobre 1994: pur essendo una quota minima dei mezzi (7% delle auto e il 16% dei furgoni), è compresa un’alta quota di motori diesel.

Gli accordi delle quattro città invece riguardano la messa al bando dei veicoli alimentati a diesel a livello generale, di nuova e di vecchia concezione. Parigi in questo senso si è posta come capofila nella lotta all’inquinamento grazie alle proposte della sindaca Anne Hidalgo di ampliare i blocchi al traffico al 90% del territorio cittadino e di vietare l’accesso a tutte le auto immatricolate prima del 1997: la prima cittadina parigina ha però l’intenzione di mettere a bando tutti i diesel di qualsiasi classe emissiva prima del 2020, accelerando il percorso indicato dalla C40.

Il progetto più ambizioso è quello della Norvegia che punta allo stop a tutte le auto a combustione interna entro il 2025, replicando quanto già stabilito dall’Olanda che ha scioccato il mondo con la mozione del Parlamento per imporre la vendita di auto elettriche dal 2025.

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