Terribile epilogo per Jesus Murillo Karam, il giudice arrestato in Messico perché stava indagando sulla sparizione di 43 studenti. Oltre a lui in manette anche altri 64 poliziotti accusati di essere collegati alla vicenda risalente al 2014, quella dell’Ayotzinapa.
Le indagini di Jesus Murillo Karam hanno subito una botta d’arresto a causa nella sua improvvisa detenzione. Il giudice stava indagando sulla scomparsa di alcuni studenti avvenuta molti anni prima.
Giudice ed ex procuratore generale nazionale, Jesus Murillo Karam è stato arrestato nelle scorse ore. Tutto ciò è accaduto nel momento in cui stava continuando le indagini sulla misteriosa sparizione dei 43 studenti avvenuta nel 2014, i famosi desaparecidos che, da un momento all’altro, hanno fatto perdere ogni loro traccia ad Ayotzinapa.
Dietro le sbarre, oltre a lui, sono finiti anche altri 64 uomini, membri delle forze dell’ordine tra cui carabinieri e militari.
I poliziotti hanno proceduto all’arresto 24 ore dopo che la commissione di indagine aveva pubblicato un rapporto inerente a quella storia su cui aleggia un alone di mistero. In questo rapporto si poteva leggere una scoperta molto importante che parlava di “delitto di Stato“.
Jesus Murillo Karam aveva quindi ipotizzato che quei ragazzi fossero stati rapiti e assassinati da alcuni narcotrafficanti, situazione resa possibile dal fatto che le forze dell’ordine e la giustizia avevano dato il loro appoggio.
Altri 14 persone sono finite in manette: si tratta di soggetti che hanno avuto contatti con il cartello criminale ‘Guerreros Unidos’.
Nel 2015, il giudice Jesus Murillo Karam creò la versione ufficiale di questa vicenda, un qualcosa che prese il nome di “Verità storica”, che avvenne nel momento in cui all’epoca il presidente del Messico era Enrique Pena Nieto.
Una ricostruzione di fatti che aveva diversi punti oscuri e che quindi portò i familiari di 43 studenti scomparsi a non essere molto convinti della veridicità di tale parole. La triste vicenda degli studenti ebbe inizio della notte tra il 26 e il 27 settembre del 2014 presso lo stato di Guerrero.
I 43 studenti erano a bordo di un pullman da loro prenotato per raggiungere Città del Messico, luogo in cui avrebbero dovuto partecipare ad una manifestazione.
Una vicenda su cui si è indagato molto al punto da scoprire che gli studenti finirono in manette, arrestati da alcuni poliziotti corrotti per essere poi spostati nelle mani della criminalità organizzata del posto. Ed è proprio nel freddo e gelido covo dei Guerreros Unidos che tutti quei ragazzi sono stati uccisi e i loro corpi sono stati fatti sparire, anche se ancora oggi non è ben chiaro il motivo per cui è successo tutto ciò.
I 43 corpi degli studenti furono carbonizzati all’interno di una discarica e tra i vari resti si riuscì ad identificare soltanto tre di loro.
Tutti coloro che sono finiti in manette, tra cui lo stesso Jesus Murillo Karam, hanno visto cadere su di sé l’accusa di “collusione con il crimine organizzato, sequestro di persona, tortura, omicidio e ostruzione della giustizia“.
Pare che all’interno della “Verità storica” pubblicata nel 2015 siano stati omessi volontariamente alcuni dettagli. Alcuni di questi inerenti alla responsabilità dei militari corrotti e di tutte le altre istituzioni politiche che poi è stata verificata dalla “Commissione per la verità su Ayatzinapa”.
Quest’ultima è stata organizzata da Andrés Manuel Lopez Obrador, il presidente attuale insieme al Sottosegretario degli Interni, Alejandro Encinas.
Il Pri, che all’inizio appoggiava il presidente presidente afferma che l’arresto di Jesus Murillo Karam può essere motivato politicamente.
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