Dopo esser stato arrestato a Palermo, il boss Messina Denaro era stato trasferito in una località segreta, almeno all’inizio, ma ora si apprende in quale carcere di massima sicurezza è stato trasferito.
Con un volo militare, da Palermo è stato portato in Abruzzo e rinchiuso nel carcere de L’Aquila. A riportare la notizia è stato il quotidiano “Il Centro”. Cerchiamo di capire meglio.
Sono stati 30 gli anni di latitanza, del suo nascondersi per non esser trovato e dei tanti cambi di identità. Ma la malattia ha avuto la meglio su di lui, costringendolo a cure in una clinica oncologica. Ed è quei che i Ros dei Carabinieri, dopo mesi e mesi di indagini, intercettazioni e incrocio di dati, lo hanno stanato. Matteo Messina Denaro, il superboss della mafia, era proprio in una clinica di Palermo, una delle migliori dal punto di vista delle cure per le malattie oncologiche.
Era qui per curare la sua malattia che già, nel 2020, lo aveva visto finire sotto i ferri per la rimozione proprio di un tumore al colon. È stato qui che i Carabinieri lo hanno trovato ed arrestato. Portato via, all’inizio si era detto che sarebbe stato portato in una località segreta e, al tempo stesso, il prosieguo delle indagini avrebbe portato alla scoperta del suo covo. Covo che è stato trovato, proprio poche ore fa, sempre dai Carabinieri e dalle altre Forze dell’Ordine.
Dopo il suo arresto, però, il superboss, con un volo militare, è stato trasferito da Palermo a Pescara e, stando a quanto riportato dal quotidiano “Il Centro”, è stato poi rinchiuso nel carcere de L’Aquila. Questo istituto di pena, infatti, accoglie i detenuti in regime di 41bis.
Ma per Messina Denaro c’è anche da considerare un’altra cosa: non solo carcere duro, al quale verrà destinato, ma anche la sua malattia. E, proprio la città de L’Aquila, ha l’ospedale che è anche un buon centro oncologico.
Come raccontato dal “Il Centro”, il boss è arrivato a Pescara intorno alle ore 22 di ieri e, dopo esser atterrato, scortato da numerose pattuglie delle Forze dell’Ordine, è arrivato al carcere del capoluogo abruzzese.
Messina Denaro non è il solo superboss ad essere ospitato nel carcere de L’Aquila. Prima di lui, sono passati altri che, potremmo definire, detenuti di spicco, come Totò Riina, Raffaele Cutolo, ma anche Leoluca Bagarella, il boss dei Casalesi Francesco Schiavone, Felice Maniero (esponente della Mala del Brenta).
Se il boss ora è rinchiuso al 41bis altrove, nella sua regione è caccia a tutti coloro che lo hanno aiutato e coperto in questi 30 lunghi anni di latitanza. Le forze dell’ordine sono attive per ricostruire tutto ciò che il superboss ha fatto in questi anni, quante identità ha cambiato (fino all’ultima, tale Andrea Bonafede, così come era anche registrato nella clinica dove fu operato la prima volta).
Le indagini hanno portato, già subito e a poche ore dall’arresto del boss, anche alla scoperta del suo covo che era in provincia di Trapani, a Campobello di Mazara.
Una giornata storica è stata definita da più parti, sia dalle istituzioni italiane che da quelle europee, tanto che la notizia del suo arresto è stata riportata da tantissime testate in tutto il mondo.
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