Il boss mafioso Matteo Messina Denaro si trova in ospedale all’Aquila per sottoporsi a un intervento chirurgico. Quest’ultimo, tuttavia, non ha nulla a che fare con il tumore al colon di cui soffrirebbe l’uomo e che aveva contribuito a farlo arrestare lo scorso gennaio. Fu proprio grazie a dei “pizzini” intercettati in cui si parlava di cure mediche e di sedute di chemioterapia, che i carabinieri riuscirono a raggiungerlo e trarlo in arresto nella clinica dove si sottoponeva alle terapie. Come è intuibile, oggi la struttura sanitaria è blindata, per evitare eventuali inconvenienti durante la degenza del condannato al 41bis.
L’ospedale de L’Aquila è oggi blindato e circondato da numerosi mezzi delle forze dell’ordine a causa della presenza di Matteo Messina Denaro, boss mafioso condannato al 41bis, che si trova nella struttura per sottoporsi a un intervento chirurgico. Su tratta di un’operazione che non ha a che vedere, tuttavia, del tumore al colon del quale soffrirebbe da tempo, bensì a problemi di natura urologica. Arrestato lo scorso gennaio mentre si trovava in una clinica siciliana per sottoporsi a delle cure mediche contro il cancro, Messina Denaro è ritenuto responsabile anche delle stragi del 1992-1993, che hanno tristemente scatenato il terrore nel Paese e portato alla morte di molte persone, tra cui i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Oggi Matteo Messina Denaro è stato ricoverato all’ospedale dell’Aquila per essere sottoposto a un intervento chirurgico. Ingenti le misure di sicurezza, e non potrebbe essere che così, visto che è uno dei boss di Cosa Nostra riuscito a rimanere latitante per 30 anni. Il criminale è stato arrestato lo scorso gennaio all’interno di una clinica a Palermo, dove si sottoponeva a sedute di chemioterapia sotto il nome di Andrea Bonafede.
Il boss è infatti malato di tumore al colon, ma l’operazione di oggi non ha nulla a che vedere con questa patologia. Si tratterebbe invece di un intervento per dei problemi urologici. La struttura sanitaria è quindi blindata e sottoposta a notevoli controlli di sicurezza. Presente anche il personale che lo segue normalmente all’interno del carcere aquilano, dove è sottoposto al regime 41bis.
Furono proprio le sue precarie condizioni di salute a mettere i Ros sulle sue tracce, dopo che questi ultimi avevano trovato un pizzino nascosto dalla sorella Rosalia in un’intercapedine di una sedia in un’abitazione di Castelvetrano. Dopo averlo fotografato ed esaminato, gli investigatori capirono di trovarsi di fronte al resoconto clinico di una persona affetta da tumore, ma non essendoci parenti della donna con patologie del genere, intuirono si potesse trattare proprio del fratello.
I militari, quindi, confrontarono i dati in loro possesso con quelli del Ministero della Salute, giungendo al nome di Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara. Tuttavia, analizzando le date in cui il malato si sottoponeva alle cure, gli agenti si resero conto che non si poteva trattare dell’uomo, in quanto in quegli stessi giorni risultava essere a Campobello. È così che capirono di trovarsi a un passo dall’arresto del latitante, avvenuto poi con un blitz nella clinica La Maddalena il 16 gennaio 2023.
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