All’alba di questa mattina, la guardia di Finanza di Messina ha sgominato una organizzazione criminale dedita al circolo di sostanze stupefacenti. Un increscioso traffico di droga tra la Sicilia e la Calabria, dove si sono disposte 68 misure cautelari; 48 persone si trovano già in carcere, 6 agli arresti domiciliari e per altri 7 l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Secondo le prime indiscrezioni, i promotori di questa organizzazione, durante il periodo della pandemia, facevano arrivare le sostante stupefacenti in città utilizzando autoambulanze in maniera tale da eludere i controlli delle forze dell’ordine.
Nelle prime ore di questa mattina, la Guardia di Finanza di Messina ha eseguito una operazione per contrastare il traffico di droga. Un maxi blitz che ha interessato non solo la Sicilia ma anche la Calabria, dove vi era la sede centrale a Reggio Calabria.
Secondo quanto dichiarato dagli investigatori, l’attività di spaccio non si è arrestata neppure durante il periodo del lockdown: pare infatti, che durante la pandemia, i criminali provvedevano alla consegna della sostanza stupefacente a Giostra, quartiere messinese, attraverso l’ausilio di autoambulanze che sono servite per non destare sospetti e beneficiare anche senza alcun problema nel passaggio del canale che separa la Sicilia e la Calabria.
Grazie agli uomini della Guardia di Finanza, questa mattina, in un quartiere della città peloritana, sono state disposte 61 misure cautelari: per 48 di questi è scattato l’arresto, per 6 persone gli arresti domiciliari e infine per 7 l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria.
“Il vasto e strutturato traffico di stupefacenti tra Sicilia e Calabria, era caratterizzato da tratti di inquietante sistematicità e pianificazione”.
Queste sono state le parole dichiarate dal gip di Messina in conferenza stampa che ha definito l’organizzazione criminale di stampo imprenditoriale. L’attività illecita aveva base in un vicolo del quartiere Giostra, noto per essere una delle piazze principali di spaccio della città.
L’inchiesta, si è avvalsa dal prezioso aiuto di un collaboratore di giustizia, il quale ha fornito agli investigatori una ricostruzione di una fitta rete di relazioni e degli affari illeciti dell’intera organizzazione criminale.
Secondo le indagini delle forze gialle, le 61 persone indagate a cui sono scattate le misure cautelari, nella loro base operativa di Giostra, sono state rinvenute delle armi nascoste all’interno di una baracca disabitata, oltre che droga di vario genere.
L’inchiesta è proseguita anche sotto il profilo economico-finanziario: gli inquirenti hanno scoperto dei beni mobili e immobili non proporzionali al reddito dichiarato e al tenore di vita sostenuto, mettendo sotto sequestro delle proprietà per un valore circa di 500 mila euro.
Inoltre, 17 delle persone indagate sono risultate beneficiarie del reddito di cittadinanza.
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