Sono stati attirati in una vera e propria trappola Biagio Junior Buonomo e la sua fidanzata Anastasia Skakurova. L’ex compagno della donna aveva invitato la coppia a cena nella sua casa di periferia di Chirignago (Venezia), qui dopo aver mangiato li ha narcotizzati e uccisi (soffocata lei, preso a sprangate lui). Anastasia era incinta. La famiglia Buonomo è molto conosciuta a San’Arpino, in Campania, da cui proveniva Biagio.
Biagio Junior era ingegnere aerospaziale. Viveva da qualche tempo a Gallarate, in provincia di Varese, insieme alla fidanzata russa. Anastasia era stata diverse volte in Campania, l’ultima volta cinque giorni prima dell’incredibile epilogo. A Pasqua c’era stato l’annuncio della gravidanza della donna. Ma Stefano Perale, docente di 50 anni, ha deciso che quella coppia non doveva continuare a vivere felicemente. E dire che i preparativi per la nuova vita erano già iniziati: Biagio aveva acquistato una casa a Mestre e i due la stavano arredando.
La notizia della morte è arrivata prima alla sorella di Biagio visto che la sua residenza era a Barano d’Ischia. A quel punto, è stato avvertito il padre, Vito, che vive ad Aversa con la sua seconda moglie. Tra le persone che si sono mosse per andare a fare le condoglianze alla famiglia, anche il sindaco di Sant’Arpino, Giuseppe Dell’Aversana: “Esprimo il profondo cordoglio a note di tutta la comunità per il lutto gravissimo che ha colpito la famiglia Buonomo”.
Per oggi, intanto, è prevista l’autopsia sui corpi delle due vittime. Anche se non ci sono dubbi sui motivi del decesso. L’omicida, subito dopo il gesto, ha chiamato la polizia e ha confessato: ha ucciso per gelosia. La sostanza narcotizzante era nascosta nelle bibite servite a tavola. Non appena ha cominciato a fare effetto, Stefano Perale si è accanito sulla ex, soffocandola in camera da letto con un fazzoletto premuto a lungo sul volto. Poi è tornato in cucina e ha colpito a sprangate Biagio, che ha tentato di scappare, ma è stato raggiunto e finito nell’androne del palazzo.
Il legale di Perale, l’avvocato Matteo Lazzaro, ha riferito che nel primo interrogatorio il suo assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere: “E’ molto provato per l’accaduto, molto stressato”. Il collegio difensivo ha già provveduto alla nomina di un proprio perito medico legale e sta valutando l’ipotesi di chiedere una perizia a un secondo consulente.