Meteo, dopo un luglio che vede indiscusso protagonista del tempo il promontorio nord-africano, cosa potrebbe, invece, regalarci il mese di agosto 2023? Abbiamo dato priorità alle teorie proposte dai principali centri di calcolo internazionali, mettendo in evidenza la tesi modellistica più accreditata. Inoltre, abbiamo sottolineato un’analisi che abbiamo condotto diversi mesi fa, basata sull’osservazione costante di schemi climatici noti.
Questa osservazione ha rafforzato ulteriormente la nostra convinzione riguardo al rischio di un’estate eccezionalmente calda. Mentre alcuni critici hanno inizialmente espresso dubbi, adesso, di fronte all’attuale ondata di calore, anche i più scettici hanno dovuto ammettere che la situazione attuale si discosta notevolmente dalla normalità stagionale.
Ora è importante concentrarsi sull’ultima parte dell’estate, che è probabilmente la più rilevante, considerando che in agosto milioni di italiani (e non solo) saranno in vacanza. Le previsioni modellistiche indicano che il mese sarà fortemente influenzato dalla presenza dell’anticiclone africano, con temperature che potrebbero frequentemente superare le medie stagionali.
È anche possibile che si verifichino temporali particolarmente intensi, soprattutto nella seconda metà del mese, quando potrebbero iniziare a manifestarsi segni di un decadimento prematuro della stagione. Siamo convinti di questa tesi, che avevamo presentato in passato. L’anticiclone africano potrebbe causare notevoli disagi nella prima metà del mese, mentre nella seconda metà è probabile che le prime perturbazioni atlantiche raggiungano il nostro territorio, portando a fenomeni altrettanto intensi.
C’è anche la possibilità che quest’estate termini anticipatamente, o comunque in modo problematico. Le previsioni meteorologiche per agosto 2023 indicano un mese di estremi, con un dominante anticiclone africano e la probabilità di temporali violenti e un decadimento precoce della stagione.
Pertanto, le tendenze meteorologiche per agosto 2023 indicano temperature elevate, spesso superiori alla media nella prima metà del mese, seguite da una seconda parte più turbolenta con fenomeni intensi. Il campo di alta pressione delle settimane precedenti potrebbe indebolirsi ulteriormente, anche se i livelli di precipitazioni rimarranno in linea con la media stagionale e le temperature rimarranno sopra la norma.
Dopo aver parlato di cosa potrebbe attenderci nel mese di agosto, torniamo ad analizzare in dettaglio la nuova ondata di caldo. Il clima estivo sta subendo una trasformazione significativa, con un aumento delle temperature e condizioni climatiche estreme. La rappresentazione di un’estate mediterranea piacevole, caratterizzata dall’anticiclone delle Azzorre che garantiva un clima stabile e soleggiato, con un calore tollerabile, sembra essere solo un ricordo del passato. Al suo posto, ci troviamo di fronte all’alta pressione africana, che porta con sé un calore intenso e persistente.
Non è solo l‘intensità del calore a preoccupare, ma anche la sua durata, persistenza e frequenza. Questa è diventata la nuova normalità a cui dobbiamo adeguarci. Avremmo dovuto agire molto tempo fa, limitando le emissioni di gas serra e promuovendo l’uso di energie rinnovabili.
Adesso, possiamo solo cercare di mitigare i danni, ma stiamo pagando il prezzo delle azioni compiute 40 anni fa. Le generazioni future saranno quelle che subiranno maggiormente le conseguenze, con estati sempre più infernali. Le proiezioni meteo a lungo termine, su scala decennale, non lasciano spazio a dubbi. L’aumento costante delle temperature renderà i prossimi trimestri estivi sempre più insopportabili. Ondate di calore più frequenti, intense, prolungate e diffuse coinvolgeranno l’intero bacino del Mediterraneo, senza risparmiare l’Italia.
Le temperature supereranno regolarmente i 30 gradi da maggio a settembre, raggiungendo i 40 gradi in luglio e agosto. Le notti con temperature minime di 28-30 gradi diventeranno sempre più comuni nelle grandi città. Dobbiamo prepararci a questo scenario difficile e ricordare che gran parte di ciò è dovuto alle azioni del passato.
Siamo sull’orlo di un caldo storico. Ciò che emerge dalle numerose previsioni meteorologiche è l’arrivo di un’ondata di calore di proporzioni spropositate. È difficile definire un fenomeno climatico estremo e affidarsi a previsioni precise. Tuttavia, le previsioni mostrano temperature allarmanti, con ampie aree della penisola, Sardegna e Sicilia in cui i valori superano i 40°C e in alcuni casi raggiungono o superano i 45°C. Non abbiamo molto tempo prima di affrontare uno dei vari picchi estremi previsti.
L’Anticiclone Africano, una volta considerato stabile e indistruttibile, ha lasciato spazio a infiltrazioni di aria fredda di origine atlantica, che sono riuscite a raggiungere anche le regioni a sud dell’Arco Alpino, causando una serie di temporali imprevisti rispetto alle previsioni dei modelli matematici. La risoluzione di tali modelli atmosferici è troppo “ampia” per individuare fenomeni di dimensioni ridotte, ma che possono coprire centinaia di chilometri da ovest a est.
Il primo temporale si è sviluppato nelle prime ore della notte in Piemonte e Lombardia, seguito da un secondo temporale nel Veneto, Trentino e Friuli. I fenomeni sono stati intensi: nel Bresciano sono caduti chicchi di grandine con un diametro superiore a 10 cm.
Nel Comasco e nel Varesotto sono state necessarie numerose operazioni per rimuovere alberi caduti e alcune strade sono state temporaneamente chiuse.
Nel Veneto e nel Friuli, potenti raffiche di vento causate dal fenomeno del “downburst” (raffiche discendenti da un cumulonembo in avvicinamento) hanno raggiunto velocità comprese tra 110 e 130 km/h, causando danni ai tetti, abbattendo alberi e pali elettrici e interrompendo il traffico stradale, soprattutto nelle zone di Udine e Gorizia.
Anche nel Veneto si sono verificate intense grandinate, con chicchi di diametro tra 5 e 6 cm nella provincia di Venezia.
Successivamente, si è formato un altro temporale su Genova e l’Appennino Ligure, che ha portato abbondanti precipitazioni, con 153,6 mm registrati a Pietralavezzara, Genova, a un’altitudine di 570 metri.
Questa cella temporalesca ha generato un’ulteriore serie di temporali che hanno interessato inizialmente l’area occidentale dell’Appennino emiliano, per poi coinvolgere l’Alta Toscana, il Bolognese e la costa romagnola.
In questo caso, la città più colpita è stata Forlì, con raffiche di vento che hanno raggiunto i 87 km/h nella zona.
A Cervia e Milano Marittima sono caduti numerosi alberi lungo le strade, mentre gli stabilimenti balneari hanno subito danni significativi.
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