Meteo ancora all’insegna dell’incertezza. Dopo la conferma della (breve), pausa di tempo più stabile ma soprattutto più caldo, l’Italia sembra essere destinata nuovamente ad essere interessata da una goccia fredda dai quadranti settentrionali.
E’ chiaro che siamo ancora nel campo delle ipotesi, considerando l’elevata distanza dal punto di vista temporale. In ogni caso, è una situazione che va monitorata attentamente per molteplici motivi.
Il primo, che chiaramente darebbe luogo ad una decisa “rottura” del promontorio africano, e il secondo che tale disposizione barica potrebbe divenire anche piuttosto lunga andando, poi, di nuovo ad alimentare diffuso maltempo specie a carattere temporalesco nel pomeriggio.
Sono importanti e considerevoli le notizie riguardanti il meteo atteso subito dopo metà settimana, secondo gli ultimi aggiornamenti provenienti dal Centro Meteo Europeo. Si prevede che l’anticiclone africano guadagnerà spazio e chilometri verso nord, determinando un graduale aumento delle temperature, soprattutto nel Sud e sulle due Isole Maggiori.
L’avanzata dell’anticiclone subtropicale si materializzerà a seguito del rafforzamento di una depressione vicino alla Penisola Iberica. Gli effetti di questo anticiclone africano saranno avvertiti fino al fine settimana, tuttavia l’instabilità durante il giorno non sarà del tutto scongiurata al Centro-Nord a causa di deboli infiltrazioni di aria fresca in quota.
Stessa sorte toccherà all’anticiclone africano e alle temperature calde, che non dovrebbero raggiungere livelli estremi. Mancherà, infatti, la presenza per più giorni di tale assetto barico.
Nei primi giorni della prossima settimana, il caldo e le giornate piene di sole verranno spazzate via, grazie all’avanzata dell’area ciclonica proveniente dalla Penisola Iberica. Se questa previsione si confermerà, rappresenterà l’ennesima crisi di un mese di giugno che sembra non volersi stabilizzare.
Nel periodo che va da oggi, mercoledì 7 giugno al 12 giugno e la situazione meteorologica in Italia continua a mostrare segni di instabilità. Gli anticicloni che normalmente si posizionano sopra il Paese sono ancora defilati, aprendo la strada a onde corte che si muovono sul Mediterraneo.
Questo significa che dovremo ancora affrontare la possibilità di rovesci e temporali, soprattutto durante le ore più calde della giornata, quando il riscaldamento diurno contribuirà ad esaltare questi fenomeni. Le zone interne e montuose saranno particolarmente colpite.
Passiamo ora al periodo compreso tra il 13 e il 20 giugno. La circolazione atmosferica non subirà grandi cambiamenti, e i massimi anticiclonici, situati ad alte latitudini, si manterranno stabili.
Tuttavia, le radici sub-tropicali che li sostengono non saranno molto solide. Questa combinazione di fattori ci fa supporre che anche durante questa settimana potrebbero verificarsi nuove instabilità atmosferiche.
Negli ultimi anni buona parte del Mediterraneo ha visto in modo sempre più predominante sin dal mese di Aprile, la presenza dell’anticiclone sub-tropicale. Sono stati numerosi i record di caldo superati sia nel mese di maggio che in quello di giugno.
Un fenomeno che si è accentuato considerevolmente nell’ultimo periodo e che evidenzia anche come, le strutture anticicloniche, siano oramai salite notevolmente verso nord e verso territori che prima venivano interessati solo nel cuore dell’estate.
Il mese di giugno, seppur poche volte, è stato anche piuttosto freddo. I record di freddo in giugno in Europa possono essere ricondotti a quattro eventi in particolare:
Il mese di giugno più freddo registrato in Italia è stato quello del 1956. Durante quel periodo, l’Italia fu interessata da un’anomala e persistente irruzione di aria fredda proveniente dal Nord Europa. Questa massa d’aria fredda causò una significativa diminuzione delle temperature in tutto il paese.
Le temperature registrate durante il giugno del 1956 furono insolitamente basse per la stagione. In molte località italiane, le massime giornaliere si mantennero al di sotto delle medie stagionali, con valori che raramente superavano i 20 gradi Celsius. Alcune zone montane del Nord Italia registrarono addirittura nevicate tardive per la stagione, con accumuli significativi in alcune zone più elevate.
La causa principale di questa situazione meteorologica anomala fu l’instaurarsi di un vasto sistema di alta pressione nelle regioni artiche, che favorì l’afflusso di aria fredda verso l’Italia. Questo fenomeno di blocco atmosferico impedì l’arrivo di correnti di aria calda dai settori meridionali, contribuendo così al prolungato periodo di temperature insolitamente basse per il mese di giugno.
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