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Meteo

Dopo 7 anni torna El Niño: rischio siccità e caldo record

L’Organizzazione Meteorologica Internazionale ha lanciato un allarme urgente, sollecitando i governi di tutto il mondo ad adottare misure concrete per mitigare gli impatti crescenti sulla salute umana e sugli ecosistemi globali. Una delle principali preoccupazioni riguarda gli estremi climatici che stanno emergendo in diverse regioni del pianeta.

Torna El Niño – nanopress.it

In particolare, l’Asia centrale e il Sudamerica stanno affrontando un aumento significativo delle precipitazioni. Questo fenomeno può portare a inondazioni, frane e danni alle infrastrutture, minacciando la sicurezza e la stabilità delle comunità locali. Gli impatti su agricoltura e biodiversità sono altrettanto gravi, poiché queste condizioni climatiche estreme possono compromettere le colture e provocare un aumento delle malattie delle piante, mettendo a rischio la sicurezza alimentare della regione.

El Niño ed eventi estremi

D’altra parte, in Australia, si è verificata un’ampia e prolungata siccità, portando a gravi problemi di approvvigionamento idrico e perdite significative nella produzione agricola. Gli ecosistemi locali sono sotto pressione, e molte specie native lottano per sopravvivere in queste condizioni avverse. Ciò ha anche ripercussioni sulla fauna selvatica e sulle risorse naturali dell’area.

El Niño può portare a lunghi periodi siccitosi

Per affrontare questa crescente crisi climatica, è fondamentale che i governi agiscano rapidamente e responsabilmente. Devono concentrarsi sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sull’adozione di politiche sostenibili per preservare l’ambiente. Inoltre, investimenti mirati in infrastrutture resilienti e sistemi di allerta precoce possono aiutare a mitigare i danni causati da eventi climatici estremi.

Organizzazione Meteorologica Mondiale

L’allarme lanciato dall’Organizzazione Meteorologica Internazionale non può essere ignorato. Tutti i paesi devono assumersi la responsabilità di affrontare i cambiamenti climatici e proteggere la salute del nostro pianeta e delle generazioni future. Solo attraverso una collaborazione globale e azioni concrete possiamo sperare di limitare gli impatti devastanti su salute ed ecosistemi.

El Niño, ufficiale il ritorno dopo molti anni

L’Organizzazione Meteorologica Internazionale (WMO) ha annunciato il ritorno di El Niño, un fenomeno atmosferico caratterizzato dal riscaldamento delle acque del Pacifico tropicale centrale e orientale. Questo evento può portare ad un aumento delle temperature in diverse parti del mondo.

El Niño tornerà a far parlare di sè dopo 7 anni – Nanopress.it

Secondo le ricerche condotte dalla WMO, c’è una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni, insieme al quinquennio nel suo complesso, segnerà il periodo più caldo mai registrato, superando il record stabilito nel 2016 durante un El Niño eccezionalmente forte.

Aumento di temperature record e caldo estremo

Petteri Taalas, il segretario generale della WMO, ha sottolineato che l’arrivo di El Niño aumenterà notevolmente la probabilità di raggiungere nuovi record di temperatura e potrebbe innescare episodi di caldo estremo in diverse parti del mondo, inclusi gli oceani. Pertanto, è cruciale che i governi adottino misure preventive per mitigare gli impatti sulla salute umana, gli ecosistemi e le economie.

Temperature record attese con la presenza di El Niño – Nanopress.it

Il ciclo medio di El Niño si verifica ogni due o sette anni e persiste per circa 9-12 mesi. L’ultimo evento di El Niño si è verificato nel 2016 e ha contribuito, insieme all’effetto serra causato dalle attività umane, a rendere quell’anno il più caldo mai registrato.

Gli effetti di El Niño includono un aumento delle precipitazioni in alcune regioni del Sudamerica, il sud degli Stati Uniti, il Corno d’Africa e l’Asia centrale, mentre provoca siccità gravi in Australia, Indonesia, parti dell’Asia meridionale, America centrale e nord del Sudamerica. Al contrario, il fenomeno opposto, chiamato La Niña, caratterizzato dal raffreddamento delle acque del Pacifico tropicale centrale e orientale, è terminato all’inizio del 2023.

El Niño in Italia, gli effetti

El Niño è un fenomeno climatico che si verifica nell’Oceano Pacifico tropicale ed è caratterizzato da un riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano. Questo evento ha ripercussioni su scala globale e può influenzare anche il clima in Italia.

Il nuovo schema di circolazione – Nanopress.it

Gli effetti di El Niño in Italia possono variare a seconda dell’intensità e della durata dell’evento. Tuttavia, in generale, El Niño può portare a cambiamenti significativi nelle condizioni meteorologiche e climatiche del paese. Alcuni degli effetti potenziali includono:

  1. Aumento delle temperature: Durante un evento di El Niño, l’Italia potrebbe sperimentare temperature più alte del normale, soprattutto durante i mesi invernali e primaverili.
  2. Riduzione delle precipitazioni: El Niño è spesso associato a un calo delle precipitazioni in alcune regioni dell’Italia. Questo può portare a periodi di siccità e scarsità di acqua, con potenziali impatti negativi sull’agricoltura e sulla disponibilità di acqua potabile.

    Anomalie termiche – Nanopress.it

  3. Cambiamenti nei modelli di vento: può influenzare i modelli di vento a livello globale, che a loro volta possono influenzare le condizioni meteorologiche in Italia. Questi cambiamenti nei venti possono portare a eventi atmosferici anomali come forti tempeste o onde di calore.
  4. Aumento del rischio di incendi boschivi: Le condizioni più calde e secche associate ad El Niño possono aumentare il rischio di incendi boschivi in alcune aree dell’Italia.

È importante notare che gli effetti di El Niño in Italia possono variare da un evento all’altro e possono essere modulati da altri fattori climatici e meteorologici. Inoltre, esiste anche un fenomeno opposto chiamato La Niña, che è caratterizzato da un raffreddamento delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale e può avere effetti diversi su scala globale e regionale, compresa l’Italia.

Fenomeno opposto

Il fenomeno de La Niña è l’opposto di El Niño ed è caratterizzato da un raffreddamento anormale delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico equatoriale. Si verifica quando le acque superficiali del Pacifico centrale ed orientale diventano più fredde del normale, creando uno squilibrio nella temperatura dell’oceano rispetto alla situazione media.

La Niña ha origine in risposta a cambiamenti nelle forze di vento e nelle correnti oceaniche. Durante un evento de La Niña, i venti alisei soffiano con maggiore intensità e spingono le acque oceaniche fredde dalla zona dell’Indonesia verso la parte centrale ed orientale dell’Oceano Pacifico. Questo fenomeno provoca l’affioramento di acque fredde in quelle regioni, contribuendo al raffreddamento delle temperature superficiali del mare.

Durata ed effetti de La Nina

La durata de La Niña può variare, ma di solito si estende per diversi mesi, talvolta anche oltre un anno. La frequenza di eventi La Niña può essere irregolare e può verificarsi in modo indipendente o come parte di un ciclo naturale con El Niño. Questo ciclo di cambiamenti climatici è noto come Oscillazione del Sud.

Effetti de La Nina – Nanopress.it\

Gli effetti de La Niña possono essere significativi e variano in diverse parti del mondo. Alcuni effetti comuni includono:

  1. Raffreddamento delle temperature in alcune regioni: Si possono verificare inverni più freddi del normale in alcune zone del Nord America e dell’Asia durante gli eventi di La Niña.
  2. Precipitazioni aumentate o diminuite: Le regioni tropicali e subtropicali possono sperimentare un aumento delle precipitazioni, mentre altre zone possono affrontare condizioni di siccità.
  3. Incremento dell’attività di uragani nell’Oceano Atlantico: Durante gli eventi di La Niña, l’attività degli uragani può essere più intensa nel bacino atlantico.
  4. Impatti sulla pesca e l’agricoltura: Le variazioni nei modelli climatici influenzati da La Niña possono avere effetti sulla pesca marina e sull’agricoltura.
Gianfranco Spensieri

Meteorologo professionista - Sono nato a Campobasso nel mese di settembre del 1980, sono laureato in Ingegneria Civile e Ambientale. Nel corso degli anni ha approfondito in modo particolare tutte le tematiche relative all’innesco delle frane superficiali in rapporto alle precipitazioni e analizzato le principali cause relative all'inquinamento atmosferico. Dal 2017 collaboro quotidianamente con la Testata Giornalistica Regionale della Rai facendo parte dei meteorologi di Rai Meteo per quanto concerne la regione Molise. Da marzo 2023 entra a far parte della squadra di NanoPress curando la parte meteo e ambiente.

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