Meteo ancora fortemente condizionato dalla presenza di un’area depressionaria che, posizionatasi sulle regioni meridionali, continua e seguita a richiamare diffusa instabilità in queste ore soprattutto sulle regioni centro-meridionali.
Una situazione che non cambierà molto presto perchè almeno fino a giovedì, seppur a tratti, avremo occasione per rovesci e temporali. A seguire, è atteso un temporaneo ma effimero miglioramento, perchè una nuova perturbazione nord-atlantica è pronta ad arrecare maltempo sulla penisola italiana.
Un minimo di bassa pressione ha posizionato il proprio centro sulle regioni del meridione. Il tempo peggiorerà ulteriormente a causa delle correnti atlantiche umide e fresche che alimentano un ciclone minaccioso dal medio Tirreno, che si muoverà lentamente verso Sud.
La maggior parte del Paese, ad eccezione di alcune aree delle Isole Maggiori, vedrà piogge persistenti, anche sotto forma di rovesci temporaleschi, fino a questa sera, 2 Maggio.
Le regioni del Nordovest e del comparto tirrenico vedranno i fenomeni più importanti, mentre altrove saranno meno diffusi e a tratti discontinui. Dopo il caldo degli ultimi giorni, ci aspettiamo una generale diminuzione delle temperature, che torneranno vicine alle medie climatiche del periodo.
La prima settimana di maggio sarà caratterizzata da un aumento delle precipitazioni al Centro Sud dovuto a diverse perturbazioni che coinvolgeranno anche le regioni del Nord Italia.
L’anticiclone che si sposterà verso l’Europa occidentale consentirà l’ingresso di impulsi di aria fresca ed instabile verso le nostre regioni. Nella seconda decade di maggio si prevede un cambio di scenario con l’ingresso di masse d’aria instabili dal nord Atlantico verso le regioni settentrionali, con precipitazioni sopra la media. Al contrario, le regioni meridionali, soprattutto l’area ionica, avranno un clima più secco.
Nella terza settimana di maggio, il flusso mite da ovest causerà condizioni di variabilità sul nostro Paese, ma i quantitativi pluviometrici saranno generalmente nella norma. Anche le temperature si manterranno in linea con la media climatologica, con un debole segnale sopra la media sulle Isole Maggiori.
Infine, nella quarta settimana di maggio, non ci sono certezze riguardo allo scenario più probabile e il segnale delle precipitazioni è debole e incerto. Solo al Centro-Sud si osserveranno temperature superiori alla media climatologica, con possibili fasi di alta pressione.
Il mese appena cominciato sembra, finalmente, voler seguire l’andamento medio per il periodo. Nel passato, però, ci sono stati grandi periodo in cui il caldo l’ha fatta da padrone. Ci sono stati diversi eventi di caldo estremo in Europa a maggio negli ultimi decenni. I più significativi sono i seguenti:
Nel maggio del 2018, molte parti dell’Europa hanno sperimentato una lunga ondata di caldo, con temperature superiori alla media che hanno raggiunto anche i 30°C in alcune regioni.
Alcune parti dell’Europa occidentale, nel maggio del 2003, hanno registrato un’ondata di calore senza precedenti, con temperature massime di 40°C in alcune regioni. Questo evento è stato associato a migliaia di decessi prematuri.
Nel maggio del 1992, vastissimi territori dell’Europa hanno avuto temperature molto elevate per la stagione, con temperature massime superiori a 30°C.
Negli ultimi 40 anni, l’Italia ha affrontato diverse ondate di caldo estremo che hanno avuto un impatto significativo sulle persone, sull’economia e sull’ambiente. Ecco alcune delle ondate di caldo più rilevanti:
L’estate del 2003: questa è stata una delle estati più calde e secche degli ultimi decenni in Europa. In Italia, le temperature raggiunsero i 40°C, e si stima che ci furono oltre 20.000 morti in tutta Europa a causa dell’ondata di caldo. In questo periodo tantissime località della nostra Penisola ebbero valori minimi prossimi ai 22-24 gradi.
Il periodo estivo del 2012, fu caratterizzato e condizionato in modo impattante da temperature estremamente elevate in tutta Italia, con alcune città che hanno raggiunto i 40°C. L’ondata di caldo causò, inoltre, gravi danni alle colture e alla fauna selvatica.
L’estate del 2015: questa ondata di caldo ha colpito principalmente il nord Italia, con temperature che raggiunsero i 40°C in alcune città. L’ondata di caldo ebbe, a sua volta, anche effetti sulla flora con numerosi incendi boschivi e problemi di approvvigionamento idrico in alcune zone.
Un altro anno, particolarmente critico per l’Italia, fu il 2017. Anche quest’estate è stata caratterizzata da temperature molto elevate, con alcune città che hanno registrato temperature record.
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