Meteo e curiosità: negli ultimi anni, alcune aree del Mediterraneo sono l’emblema del cambiamento climatico. Poche precipitazioni e relegate per lo più a brevi periodi dell’anno. Ma non ovunque è così.
Alcuni aree del mondo, non conoscono il termine siccità ed hanno oltre 10.000 mm di pioggia in un anno. Scopriamole insieme.
Numerosi sono gli studi suggeriscono che i cambiamenti climatici stanno portando a periodi sempre più secchi in Italia e in altre parti del mondo.
In particolare, si prevede che il Mediterraneo, e quindi anche l’Italia, sperimenti un aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore estreme, della siccità e degli incendi boschivi.
Questi fenomeni sono in parte attribuibili alla riduzione delle precipitazioni e all’aumento della temperatura media globale, che comportano un aumento dell’evaporazione e una diminuzione dell’umidità del suolo.
Ciò ha ripercussioni sull’agricoltura, sulla disponibilità di acqua potabile e sul rischio di incendi.
Per affrontare questi problemi, sono necessarie politiche di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, come ad esempio l’aumento della capacità di conservazione dell’acqua, l’adozione di pratiche agricole sostenibili e la promozione di energie rinnovabili per ridurre le emissioni di gas serra.
Le regioni settentrionali ed in particolare quelle del nord-ovest (alta Toscana, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e ovest della Lombardia), hanno vissuto negli ultimi anni un periodo di siccità prolungata.
Una situazione che è la risultante di una molteplicità di fattori, tra cui l’aumento della temperatura media globale, la riduzione delle precipitazioni e l’uso inefficiente delle risorse idriche.
In particolare, le precipitazioni invernali, che in passato contribuivano alla ricarica delle falde acquifere e dei laghi, sono diminuite in modo significativo, causando una riduzione delle riserve idriche disponibili per uso agricolo, industriale e domestico.
La siccità ha ripercussioni sull’agricoltura, sulla produzione di energia idroelettrica e sulle attività industriali che richiedono grandi quantità di acqua. Inoltre, aumenta il rischio di incendi boschivi e la riduzione della qualità dell’aria.
Per fronteggiare questa situazione, è necessario adottare nuove pratiche agricole sostenibili, la promozione di tecnologie per il risparmio idrico, la riduzione delle emissioni di gas serra e l’aumento della capacità di conservazione dell’acqua.
Due, delle sette località che ricevono più pioggia nel mondo si collocano in India. Perchè? L’India a causa della sua posizione geografica, delle sue caratteristiche topografiche e della stagione dei monsoni riceve fenomeni di intensità notevolissima.
L’India si trova nella zona intertropicale, tra il Tropico del Cancro e l’Equatore, dove l‘aria è calda e umida. Inoltre, l’India è circondata da tre lati da catene montuose: l‘Himalaya a nord, i Monti Ghats a ovest e a est e i Monti dell’Assam e delle Colline di Chittagong a est.
Questo determina la formazione di una zona di bassa pressione, che favorisce l’ascensione dell’aria calda e umida, causando condensazione e precipitazioni.
Inoltre, l’India sperimenta la stagione dei monsoni, che dura da giugno a settembre. Durante questa stagione, l’aria calda e umida proveniente dall’Oceano Indiano si sposta verso la terra ferma, portando piogge abbondanti. Le aree costiere ricevono una maggiore quantità di precipitazioni rispetto alle aree interne del paese.
Tuttavia, negli ultimi anni, l’India ha sperimentato un aumento di eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, alluvioni e cicloni, che potrebbero essere attribuibili ai cambiamenti climatici globali.
Sull’altro piatto della bilancia, invece, troviamo le zone più secche del mondo. Le zone più secche del mondo sono principalmente situate nelle regioni subtropicali e desertiche.
Le regioni subtropicali si trovano tra le zone tropicali e quelle temperate ed hanno un clima caratterizzato da temperature elevate e precipitazioni limitate.
Ciò è dovuto alla posizione delle regioni subtropicali in cui le correnti oceaniche fredde incontrano le correnti oceaniche calde, creando un clima secco.
In particolare, nella fascia subtropicale, l’aria calda e umida proveniente dalle zone tropicali incontra l’aria fredda e secca proveniente dalle zone temperate.
L‘incontro di queste correnti d’aria produce un effetto di convergenza, che può portare alla formazione di vaste aree di alta pressione atmosferica, come l’anticiclone subtropicale.
Questo può impedire la formazione di nuvole e quindi limitare la quantità di precipitazioni nella regione.
Inoltre, le zone subtropicali sono spesso caratterizzate dalla presenza di montagne che possono impedire alle nuvole di muoversi oltre la catena montuosa. Ciò significa che l’aria calda e umida non riesce a raggiungere le regioni più interne e le precipitazioni si verificano principalmente lungo le coste.
In sintesi, le zone più secche del mondo si trovano nelle regioni subtropicali a causa della combinazione di alti livelli di pressione atmosferica, mancanza di umidità e l’effetto delle correnti oceaniche che creano un clima secco e arido.
D’altra parte, le zone dove piove meno includono principalmente le regioni polari e le zone desertiche. Ad esempio, molte parti del deserto di Atacama in Cile ricevono meno di 1 mm di pioggia all’anno, mentre l’Antartide e la Groenlandia sono alcune delle zone più secche del mondo in cui non si verificano precipitazioni significative.
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