Meteo con assenza di perturbazioni atlantiche da molti mesi. Le conseguenze? Estrema siccità, non solo al nord-ovest ma ance al nord-est. E’ il caso del Friuli, con il fiume Tagliamento praticamente in secca totale. E siamo nel mese di marzo…
Situazione drammatica nonostante il periodo a cavallo tra l’inverno e la primavera. Ci sono tratti che possono estendersi per chilometri in cui il letto del fiume è completamente asciutto, mentre in molti altri tratti la portata dell’acqua è molto limitata, di appena un metro cubo al secondo.
L’attuale situazione di siccità in Italia sta causando preoccupazione tra gli agricoltori, le associazioni di categoria e il governo, sia al Nord che al Centro. Infatti, tutte le regioni settentrionali del paese stanno attraversando un periodo di deficit di pioggia rispetto alla media stagionale, alcune maggiormente di altre.
In Piemonte, ad esempio, non ha piovuto per oltre cento giorni, mentre in Veneto è sempre più probabile che questo marzo sia il peggiore dal 1993 in termini di quantità di pioggia.
Fase da attenzione massima anche su Lombardia, Friuli e Trentino con fenomeni che sono stati decisamente inferiori alla norma. In Trentino, inoltre, la siccità sta contribuendo a creare condizioni insolite per gli incendi.
La finalità della mappa della siccità in Italia elaborata dalla Coldiretti consiste nel mettere in luce le condizioni sfavorevoli causate dalla crisi idrica nelle varie regioni del paese, dal nord fino alla Calabria.
Infatti, diverse aree del territorio italiano, soprattutto quelle situate a nord-ovest e lungo la pianura Padana adriatica, hanno subito un forte deficit di pioggia, classificabile come grave o estremo.
La mappa della siccità in Italia rappresenta un valido strumento per comprendere i reali danni subiti dal territorio italiano.
Il livello dei maggiori fiumi e dei grandi laghi del nord, incluso il Po, è inferiore rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a causa soprattutto della scarsa neve, che non è stata sufficiente per raggiungere i valori medi del decennio 2011-2021, soprattutto sulle Alpi.
Il clima invernale nel Nord Italia è oramai una costante: mancanza di pioggia e temperature elevate. Anche nella stagione invernale conclusa la situazione seppur non eccezionale è quanto meno insolita.
L’inverno 2022-2023 è sicuramente tra le dieci stagioni invernali più avare di fenomeni, ma ciò che preoccupa maggiormente riguarda le temperature.
Al settentrione, infatti, le temperature sono state superiori alla media di 2,1-2,5 gradi.
Queste alte temperature impediscono alla scarsa neve caduta di accumularsi e di sciogliersi gradualmente in primavera, quando il deflusso nei corsi d’acqua sarebbe maggiore.
Ma qual è la causa di questa situazione di stallo in cui mancanza di precipitazioni e temperature elevate coesistono per un periodo prolungato?
Una configurazione barica sostanzialmente immobile che vede la presenza di alta pressione costante sull’Europa centro-occidentale che da luogo ad una sorta di barriera, ostacolando il passaggio delle umide correnti di natura atlantica.
Il rinforzo, deciso ed importante, dell’alta pressione specie da giovedì darà luogo “ad un quadro meteorologico con condizioni che saranno stabili praticamente ovunque, tranne che per qualche lieve pioggia o pioviggine che potrebbe interessare il centro e l’est della Liguria, a causa dei venti umidi di Libeccio. In tutto il resto del Paese invece, il sole sarà predominante, ad eccezione di qualche nuvola sparsa sulle Alpi, sulla pianura di Piemonte e Lombardia, sull’Emilia e sul nord della Toscana. Le temperature minime subiranno un lieve aumento in tutto il territorio, mentre le massime avranno un incremento solo al Sud, rimanendo stazionarie altrove. In generale, si prevedono valori superiori alla media in tutto il Paese, caratteristici di un clima tipico della primavera avanzata.”
Per il resto della settimana, le attuali previsioni meteo confermano la presenza di un’alta pressione nell’area mediterranea, accompagnata da una massa d’aria mite.
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