Meteo, sono valori praticamente record quelli che già da ieri si stanno segnalando in alcune località della nostra Penisola. Il caldo continuerà, imperterrito, almeno per i prossimi 5-7 giorni ad essere così intenso e così fastidioso al centro-sud e con molta facilità supereremo i 42-43 gradi.
Una situazione derivante dalla presenza verso nord di un ampio promontorio nord-africano. Il promontorio nord-africano, situato nella parte settentrionale dell’Africa e che si estende verso il Mar Mediterraneo, rappresenta una regione geograficamente vicina all’Italia. Quando, come nel caso di specie, si verifica un significativo cambiamento o uno spostamento del promontorio verso l’Italia, ciò avrebbe diverse conseguenze.
Quando in Italia arriva l’anticiclone africano, si assiste a un significativo cambiamento climatico. Questo fenomeno meteorologico è caratterizzato da un’alta pressione atmosferica che si estende dalla regione del Nord Africa fino all’Italia, portando con sé alcune conseguenze peculiari.
Innanzitutto, le temperature tendono ad aumentare in modo considerevole. L’anticiclone africano porta aria calda e secca dall’Africa settentrionale, determinando giornate soleggiate e un forte rialzo delle temperature. I valori termici possono raggiungere livelli molto elevati, superando frequentemente i 35°C e, in alcuni casi, sfiorando o superando i 40°C, soprattutto nelle regioni del sud e nelle aree interne.
L’Italia vive, oggi, proprio la peggiore delle configurazioni con un promontorio molto strutturato e afflussi molto molto caldi che non terminano.
Questa condizione climatica porta anche ad un aumento dell’aridità e della siccità. L’anticiclone africano porta con sé un’aria secca, che si traduce in un ridotto tasso di umidità nell’aria. Questo può comportare un aumento del rischio di incendi boschivi e un impatto negativo sull’agricoltura, poiché le colture richiedono un adeguato apporto di acqua per crescere e svilupparsi correttamente.
Inoltre, l’arrivo dell’anticiclone africano comporta un’alta concentrazione di particelle sospese nell’aria, come sabbia e polveri desertiche. Questo fenomeno, noto come “calima”, può causare una riduzione della visibilità e influire sulla qualità dell’aria, peggiorando le condizioni di salute per le persone affette da problemi respiratori.
Dal punto di vista meteorologico, l’anticiclone africano determina una diminuzione delle precipitazioni. L’alta pressione atmosferica impedisce l’arrivo di perturbazioni e nuvole, riducendo la probabilità di piogge significative.
Infine, l’anticiclone africano influisce anche sul regime dei venti. L’assenza di venti freschi e la presenza di un’aria calda e stagnante possono accentuare la sensazione di afa e disagio termico, specialmente nelle aree urbane dove l’effetto isola di calore si fa sentire maggiormente.
Il caldo più intenso, come previsto e prevedibile per altro, si registra al Sud. Valori che sono compresi tra i 39 ed i 42 gradi nelle aree interne ma che, isolatamente, superano anche l’estremo superiore.
Fa meno caldo sulla costa ma qui il tasso di umidità è già molto elevato e, specie in serata, tenderanno a crearsi condizioni davvero insopportabili.
Ci troviamo di fronte a una delle ondate di calore più intense degli ultimi anni, un fenomeno improvviso e sorprendente considerando che abbiamo appena trascorso un piacevole e piovoso giugno. L’Italia sarà avvolta da un caldo eccessivo.
Il Nord, la costa tirrenica e le isole maggiori sono già colpite da un’intensa ondata di caldo da diverse ore. Le temperature massime hanno sfiorato i 37-38°C nella pianura Padana, mentre nelle zone interne della Sardegna si sono registrati 40°C. In ogni caso, proprio il Nord, sarà l’area della Penisola meno interessata da questa lunga onda africana.
Ma ora sarà il turno del Sud, oltre alle isole maggiori, di affrontare un forte aumento del promontorio nord-africano. Il caldo si intensificherà nettamente in tutto il Meridione da mercoledì in poi, almeno fino all’inizio della prossima settimana. Le temperature aumenteranno ulteriormente e potrebbero superare i 40°C in molte località interne della Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Nel frattempo, l’umidità aumenterà gradualmente lungo le coste e nelle pianure, rendendo l’aria sempre più afosa di giorno in giorno. Si avvertirà il caldo non solo durante il giorno, ma anche di sera.
Inoltre, è importante sottolineare che le notti diventeranno sempre più “tropicali”, con un’alta sensazione di afa e temperature che faticano a scendere al di sotto dei 25°C, anche durante la notte.
Le ultime tendenze riportate dai modelli fisico-matematici parlano di un ulteriore e clamoroso aumento del caldo tra il 17 e il 18 luglio. Durante questi due giorni, le temperature potrebbero raggiungere i 44-46°C nelle zone interne della Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Sardegna, con picchi di 40-43°C in Campania, Molise e Abruzzo. Si tratta potenzialmente di temperature record che potrebbero superare i precedenti massimi storici.
Nelle regioni settentrionali, è probabile che a partire da oggi, giovedì 13, le temperature massime subiscano una riduzione, iniziando dalle zone alpine e prealpine. Domani, venerdì 14 luglio, questo calo delle temperature potrebbe estendersi fino alla Toscana e alle Marche, con la possibilità di brevi ma intense precipitazioni, soprattutto nella Val Padana.
Tuttavia, questo abbassamento termico potrebbe essere di breve durata, poiché nel weekend non è escluso un nuovo aumento delle temperature causato dall’anticiclone africano che si spingerà verso nord.
Nel resto dell’Italia, in particolare nel meridione, il caldo intenso continuerà con temperature molto elevate, soprattutto in Sardegna e Sicilia, dove i termometri supereranno i +40°C, raggiungendo +42°C nelle aree interne. Potrebbero addirittura verificarsi picchi di +45°C o +46°C specie sul settore orientale della Sicilia.
Dopo un periodo di grande caldo, possono verificarsi fenomeni meteo estremi, ma non è una regola assoluta. Il caldo intenso può contribuire a creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di fenomeni meteorologici estremi, come temporali violenti, forti raffiche di vento, grandinate o piogge torrenziali.
Tuttavia, la comparsa di tali fenomeni dipende da molti fattori, tra cui l’instabilità dell’atmosfera, la presenza di sistemi meteorologici o perturbazioni atmosferiche, l’umidità e altri parametri atmosferici.
E’ molto importante sapere che non tutti i periodi di grande caldo sono seguiti da fenomeni meteorologici estremi. L’andamento meteorologico dipende da un insieme complesso di fattori e può variare da una situazione all’altra. Pertanto, non possiamo generalizzare dicendo che dopo un periodo di grande caldo ci saranno sempre eventi meteorologici estremi. È necessario analizzare le condizioni atmosferiche specifiche e le previsioni meteorologiche per comprendere meglio cosa potrebbe accadere dopo un episodio di caldo intenso.
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