Meteo, quando terminerà il maltempo? Nel consueto editoriale giornaliero, cercheremo pur consci della difficoltà previsionale a così lungo termine, di tracciare delle linee guida per quelle che saranno le possibili condizioni meteorologiche della fine del mese di maggio 2023 e l’inizio di giugno che coincide con il “ponte”.
Allo stato attuale il mese non solo ha mostrato una parte di sé particolarmente perturbata con precipitazioni intense ed alluvionali (ben due volte in Emilia-Romagna) ma ha spesso richiamato al centro-nord correnti più fresche dai quadranti nord-orientali con temperature bassine.
Il mese di maggio si è rivelato un punto di svolta significativo per quanto riguarda le precipitazioni.
Dopo un lungo periodo di siccità che ha afflitto il Nord Italia negli ultimi diciotto mesi, sembra che quella situazione sia già solo un vago ricordo. Ora siamo arrivati a ridosso della fine della seconda decade del mese e a soli tredici giorni dall’inizio dell’Estate meteorologica, e sembra che il trend piovoso sia destinato a continuare.
Ciò che è ancora più sorprendente è che il caldo estivo ha deciso di rimandare il suo arrivo al mese successivo, un evento piuttosto insolito considerando gli ultimi anni (basta pensare al caldissimo maggio dell’anno scorso).
Nel periodo compreso tra il 22 e il 29 maggio, il bacino del Mediterraneo continuerà ad essere interessato da un’ampia area di bassa pressione, senza la presenza di sistemi anticiclonici nelle vicinanze.
Questa condizione determinerà la possibilità di ulteriori episodi di piogge e temporali, anche se non sono attese perturbazioni intense come quelle che hanno causato recenti fenomeni alluvionali.
La quantità di precipitazioni sarà superiore alla media, soprattutto nelle regioni del Centro-Sud, all’interno di un contesto climatico generalmente fresco.
Proiettandoci verso il periodo compreso tra il 29 maggio e il 5 giugno, non ci sono particolari cambiamenti in vista, nemmeno in occasione del ponte del 2 giugno, la festa della Repubblica.
Le condizioni di pressione anomale negativa sull’intero bacino del Mediterraneo favoriranno un contesto ancora prevalentemente piovoso su tutto il territorio italiano. Le temperature dovrebbero gradualmente salire verso valori tipici dell’estate, anche se potrebbero ancora rimanere leggermente al di sotto delle medie, soprattutto al Sud, escludendo per il momento l’arrivo di un caldo intenso.
Il giugno 2003 è stato un mese storico per l’Italia a causa dell’ondata di calore senza precedenti che ha colpito il paese. Durante quel periodo, l’Italia fu investita da un intenso anticiclone subtropicale, che portò ad un prolungato periodo di caldo estremo e temperature record.
Le temperature raggiunsero livelli eccezionali, superando le medie stagionali di diversi gradi Celsius. Numerose località italiane registrarono temperature massime mai registrate in precedenza. Ad esempio, a Firenze la temperatura superò i 40 gradi Celsius, a Bologna si toccarono i 39 gradi, mentre a Roma si raggiunsero i 38 gradi.
L’ondata di caldo durò per diverse settimane, causando disagi significativi a livello sociale, economico e ambientale. Le condizioni meteorologiche estreme comportarono un aumento dei ricoveri ospedalieri legati al caldo, problemi di approvvigionamento idrico e incendi boschivi diffusi. Inoltre, l’agricoltura subì gravi danni a causa della siccità e delle temperature elevate.
Questo evento meteo estremo del giugno 2003 fu un punto di svolta. Attirò, infatti, l’attenzione sull’importanza di adottare misure di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, evidenziando gli effetti negativi che possono derivare da eventi climatici estremi.
La grande ondata di caldo che ha colpito l’Europa nel giugno 2003 è stata causata dall’arrivo di un forte anticiclone sub-tropicale che si stabilì sull’Europa occidentale. Questo evento meteorologico estremo è stato uno dei periodi di calore più intensi mai registrati nella storia moderna dell’Europa.
Le temperature durante questa ondata di caldo sono salite a livelli estremamente elevati, superando di gran lunga le medie stagionali. In molte regioni europee, le temperature hanno raggiunto i 40 °C o addirittura superato questa soglia. Le zone più colpite sono state l’Europa occidentale, in particolare la Francia, il Regno Unito, la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Germania.
Le conseguenze di questa ondata di caldo sono state gravi. Si stima che in Europa siano morte circa 70.000 persone a causa delle condizioni climatiche estreme. Le persone più vulnerabili, come gli anziani e coloro che soffrivano già di malattie croniche, sono state particolarmente colpite. Le infrastrutture sono state sottoposte a stress a causa delle alte temperature, con problemi nel sistema energetico e nei trasporti.
Questo evento ha sollevato preoccupazioni riguardo ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale. Gli scienziati ritengono che l’aumento delle temperature globali potrebbe portare a eventi meteorologici estremi più frequenti e intensi in futuro. Da allora, gli sforzi per affrontare il cambiamento climatico sono aumentati con l’obiettivo di mitigare gli effetti negativi sul clima.
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