Il luogo di “lavoro” è la metropolitana milanese. I polli da spennare sono i turisti accorsi a migliaia per il Salone del Mobile e gli eventi correlati nell’ambito del Fuorisalone. La tecnica è collaudata: chi individua la preda perfetta, magari distratta dallo smartphone o stanca dopo molte ore di volo, le si avvicina con fare circospetto e aria furtiva. Poi le sfila il borsellino dalla tasca o dalla borsetta e consegna il contenuto ad una complice che si dilegua velocemente. Se per caso la vittima si accorge del furto e reagisce, ecco che arrivano in soccorso le altre complici a fare da muro umano e a bloccarla.
Il territorio di caccia preferito dalle decine di ladruncole rom è la linea rossa della metro, quella che arriva al capolinea Rho-Fiera, sede del Salone del Mobile.
Le telecamere installate alla fermata Amendola ne hanno riprese quasi una trentina, in agguato alla banchina. La polizia ne ha fermate e identificate diciassette, tredici delle quali incinte nonostante la giovanissima età. Moltissimi i furti denunciati da turisti derubati. Fra le persone alle quali è andata peggio, una signora cinese derubata di mille euro in contanti.
Le ladre lavorano in squadre di cinque o sei persone, e quando una va all’assalto di borse, portafogli, gioielli e smartphone le altre la supportano.
Prediligono lavorare in modalità furtiva, ma di fronte a vittime particolarmente inermi come donne o anziani possono diventare aggressive facendosi avanti a spintoni e puntando sulla forza del branco e un consueto senso di impunità.
Le ladruncole arrestate provengono dai campi nomadi dell’hinterland (come Baranzate di Bollate), da edifici occupati in zona Lorenteggio, da Torino e da Roma.
Di norma le ladre incinte vengono arrestate, identificate e quasi subito rilasciate, come testimonia la cronaca, subito pronte a tornare in azione ai danni dei poveri malcapitati.