La Bce ha alzato i tassi di mezzo punto e la presidente Lagarde ha spiegato che è stato per l’inflazione è troppo elevata.
La presidente della Banca centrale europea afferma che i rischi sullo scenario di crescita sono significativi e per questo gli Stati devono attuare il Pnrr il più velocemente possibile.
La Bce ha deciso di aumentare di mezzo punto percentuale i tassi d’interesse, così facendo il tasso sui depositi arriva 2% mentre quello sui rifinanziamenti principali viene portato a 2,5%. Infine quello sui prestiti marginali raggiunge il 2,75%. A comunicare la notizia è stata la stessa banca centrale, seguendo la mossa fatta ieri dalla Fed che ha portato al 4,25% flash e 4,5% i tassi.
Viene avviato quindi dalla Bce il quantitative Tightening, che è il processo con il quale si inizierà a eliminare in bond acquistati durante gli anni, a partire dalla prima metà del mese di marzo 2023. Sempre la Bce comunica che:
“sarà ridotto a un ritmo misurato e prevedibile, in quanto l’Eurosistema reinvestirà solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine del secondo trimestre del 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo”.
Francoforte ha così deciso di alzare i suoi tassi di interesse e sembra che debbano salire ancora significativamente in quanto:
“l’inflazione continua a essere di gran lunga troppo elevata e, secondo le proiezioni, si manterrebbe su un livello superiore all’obiettivo per un periodo di tempo troppo prolungato. Queste particolari si scrive devo farlo”
Questo è ciò che ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca centrale, durante la conferenza stampa che si è svolta successivamente alla riunione del consiglio direttivo. Tutti i governi dell’area euro devono affrettarsi a mettere in pratica i loro piani d’investimento insieme alle riforme che sono state concordate con il recovery fund e che sono state scritte dai Pnrr nazionali.
A spiegare ciò è stata ancora una volta Lagarde approfondendo l’argomento dicendo che per quanto riguarda il piano delle politiche di bilancio, gli aiuti per andare contro gli aumenti sull’energia non possono essere che temporanei, mirati e soprattutto su misura solo per i settori colpiti maggiormente.
Non solo, però, perché la presidente che è succeduto al nostro Mario Draghi, lancia anche una frecciatina all’Italia, l’unico Stato che finora non ha ratificato il Mes, il fondo salva Stati. Antonio Pisani del Pd però afferma che:
“quella di Lagarde è una svegla al governo e in particolare al ministro Giorgetti. E’ ora che si assuma le sue responsabilità”
Il M5s richiede, all’interno di una nota congiunta dei suoi parlamentari, che Giorgia Meloni e Giorgetti mettano in chiaro la loro posizione per quanto riguarda il fondo-salva Stati. A proposito di ciò Matteo Renzi afferma che dire di ‘no’ significherebbe andare contro quelli che sono gli interessi degli italiani.
Il consiglio inoltre ha aggiornato le prospettive macro per quanto riguarda l’Eurozona. L’inflazione teoricamente dovrebbe registrare un importante riduzione nel 2023 per raggiungere poi una media del 3,4% nel 2024 e del 2,3% nel 2025. I tassi d’interesse si intrecciano anche con la questione dei costi di finanziamento e secondo MutuiOnline
“questi aumenti del costo del denaro fanno crescere l’Euribor a 3 mesi, il tasso interbancario di riferimento europeo da cui dipendono i costi dei mutui variabili, che ieri ha toccato il 2,08% superando l’Eurirs a 30 anni, il tasso di riferimento per i mutui fissi, fermo all’1,99%. Questa situazione unica, che non si presentava dal 2008, ha un significato semplice per chi sta cercando un mutuo: il costo dei mutui a tasso variabile continuerà a salire, mentre quello dei mutui a tasso fisso sta già calando da un mese”.
Facile.it calcola che la rata mensile di un mutuo variabile medio potrebbe aumentare di circa 35 euro nei prossimi mesi, arrivando a pesare complessivamente 180 euro in più in confronto all’inizio dell’anno. MutuiOnline invece fa una simulazione di finanziamento per un ipotetico giovane che vuole sottoscrivere un mutuo prima casa nel mese di dicembre, in quanto è il mese in cui la possibilità di accedere ad una normativa agevolata per tutti gli under 36 p stata riaperta. Ad oggi quindi il miglior mutuo giovani ha: 1,15% con durata di 747 euro pari all’aumento mensile del 5% (7.700 euro in più in vent’anni).
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