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Con queste parole Michele Santoro a La 7 annuncia l’addio a Servizio Pubblico, il talk show in onda da domani con la nuova quarta stagione sulla rete di Urbano Cairo: “Ho sempre sentito la necessità di battere strade nuove e per questo motivo ho deciso che questa sarà l’ultima stagione di Servizio Pubblico“. Senza se e senza ma, quella che vedremo da domani sera a La 7 sarà l’ultima stagione di Servizio Pubblico, per volere stesso di Santoro, che lo annuncia oggi su Facebook.
I motivi alla base di questa scelta, che arriva non proprio all’apice del successo del programma (nel corso delle edizioni gli ascolti sono calati dal 13% talvolta al di sotto del 7%), è il proliferarsi degli appuntamenti serali con l’approfondimento politico:
“Non condivido la scelta di riempire all’inverosimile la programmazione di trasmissioni d’approfondimento, i cosiddetti talk, che con il venir meno nella società di grandi contrasti, e con la scomparsa dei partiti, hanno creato nel pubblico una specie di nausea e un vero e proprio rigetto”.
Così dette, le parole suonerebbero come una stoccata all’editore Urbano Cairo, che da domani sera 25 settembre dalle 21.10 ospita peraltro a La 7 la quarta nuova stagione di Servizio Pubblico, anche se d’altro canto è proprio il giornalista conduttore a riconoscere alla rete lo spazio concessogli dopo l’addio a Rai 2 di qualche anno fa:
“E’ stata per me un’esperienza esaltante. Per la prima volta nella storia della televisione una produzione indipendente (ZeroStudio’s s.r.l ndr) è riuscita a fare a meno delle grandi reti generaliste e ha portato il giovedì di La 7 a competere alla pari con le grandi tv”; poi ha aggiunto: “Posso dire con una certa fierezza che la nostra è un’azienda sana, dove tutti lavorano con contratti dignitosi”.
Se di sicuro Servizio Pubblico mancherà dai palinsesti 2015 di La 7, non mancherà invece la riproposizione di Anno Uno, di cui Santoro è papà artistico, condotto ancora una volta da Giulia Innocenzi:
“Ho varato il progetto di Announo, che Giulia Innocenzi ha condotto al successo, e che riprenderà presto il suo cammino, per far comprendere a tutti la mia voglia di novità”.
Dalla chiusura di Anno Zero su Rai 2, la rete giovane del Servizio pubblico non ha mai trovato un talk che sostituisse in toto la figura di Michele Santoro in Rai. Dallo scorso anno, c’è Virus – il contagio delle idee con Nicola Porro ma che, come tanti altri e su tutte le reti, non ha mai pienamente convinto l’attenzione del pubblico:
“Il dibattito sulla crisi del talk, tuttavia, nasconde l’impoverimento progressivo della tv che è seguito al quasi monopolio del ventennio berlusconiano, l’impoverimento del nostro sistema industriale, l’impoverimento della nostra democrazia, l’impoverimento culturale dei grandi editori e più in generale della nostra classe dirigente”.
I talk sono tanti, è vero, ma “se non ci fossero – scrive Santoro – bisognerebbe inventarli”, perché se “i tg, con qualche eccezione, tendono a riprodurre l’ordine esistente”, gli apprendimenti tv “sono costretti a cercare filoni, storie e protagonisti diversi”.
Poi, il ringraziamento al suo pubblico, che sin da quando era in Rai, a Mediaset e per finire a La 7, non l’ha quasi mai abbandonato nelle scelte che il conduttore ha fatto: “Spetta a voi fare la selezione” dei talk show, al pubblico spetta “far sparire le imitazioni senza identità”.
Insieme al pubblico, Santoro a La 7 ha vissuto una “lunga avventura politica e culturale che ha assorbito la mia vita e quella di tanti collaboratori”, ma che “non sarebbe esistita senza di voi senza il pubblico”, senza quel pubblico per cui se non ci fosse stato – dalla multipiattaforma alla tv – “Servizio pubblico non sarebbe mai nato”.
Dopo una lunga disamina sulle possibile cause della proliferazione dei talk show in tv, cause di natura televisiva ma anche politica, una promessa ha tenuto banco nel messaggio diffuso sul social network da Michele Santoro:
Per la stagione di Servizio Pubblico, che riparte domani, “ce la metterò tutta. Poi, l’anno prossimo, cominceremo insieme un nuovo viaggio. Ma il futuro si costruisce con il presente. Servizio Pubblico comincia domani. Vi aspetto“.
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