“Bambini evacuati con il pretesto di un campo estivo gratuito, salvo poi rifiutarsi di rilasciare gli stessi tagliando anche tutti i contatti con le loro famiglie“, il Dipartimento di Stato Usa accusa la Russia di aver sottratto i minori ucraini ai genitori.
I dati emersi da un rapporto pubblicato negli Usa dall’università di Yale.
I “campi di rieducazione”
Almeno 6.000 bambini ucraini sono passati attraverso dei “campi di rieducazione” in Russia nell’ultimo anno, da quando è iniziata la guerra scatenata da Mosca. Diverse centinaia di giovanissimi sono poi stati trattenuti per settimane e in alcuni casi anche per mesi in questi campi, ben oltre la data in cui era previsto il loro ritorno. A rivelarlo è stato un rapporto pubblicato negli Stati Uniti dalla Yale Humanitarian Research Lab e finanziato dal Dipartimento di Stato a stelle e strisce.
Secondo l’indagine, inoltre, la Russia ha anche velocizzato le pratiche di affidamento e adozione dei bambini provenienti dall’Ucraina. Questo potrebbe costituire un crimine di guerra, ha evidenziato il rapporto.
Tra le pagine del documento è emerso come dall’inizio dell’invasione del febbraio 2022, bambini anche di 4 mesi sono stati portati in 43 campi dislocati in Russia. Tra queste strutture ce ne sono anche alcune in Crimea, regione annessa da Mosca, e nella remota Siberia. La “rieducazione” consisteva in una sorta di istruzione “patriottica e militare pro Russia”, forse più simile a una martellante propaganda che non a una scuola.
In almeno due dei campi il ritorno dei bambini è stato posticipato di settimane, mentre in altri due è stato rimandato a data da destinarsi.
La narrazione alternativa
Le autorità russe, secondo il rapporto, hanno cercato di fornire ai bambini un punto di vista pro-Mosca attraverso dei programmi scolastici e anche attraverso delle gite in luoghi considerati patriottici. I minori avrebbero poi ascoltato discorsi dei veterani. Inoltre ai piccoli sarebbero state impartite anche lezioni sotto forma di addestramento in armi da fuoco. Nathaniel Raymond, uno dei ricercatori che ha preso parte alla stesura del rapporto di Yale, però, ha fatto sapere che non sono state trovate prove del fatto che i bambini siano poi stati rispediti sul campo di battaglia a combattere.
“Evidenze crescenti sulle azioni della Russia mettono a nudo gli obiettivi del Cremlino di negare e sopprimere l’identità, la storia e la cultura dell’Ucraina”, ha affermato il Dipartimento di Stato Usa con una dichiarazione. “L’impatto devastante della guerra di Putin sui bambini ucraini si ripercuoterà per generazioni”, la chiosa.
Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato americano, ha affermato alla stampa che il rapporto “dettaglia lo sforzo sistematico e governativo della Russia di riallocare permanentemente migliaia di bambini ucraini in aree sotto il controllo delle autorità russe, attraverso 43 campi e altre strutture.”
“In molti casi la Russia ha simulato un’evacuazione temporanea dei bambini dall’Ucraina, con il pretesto di un campo estivo gratuito, salvo poi rifiutarsi di rilasciare gli stessi tagliando anche tutti i contatti con le loro famiglie“, ha sostenuto il Dipartimento di Stato.
I numeri ufficiosi e la replica russa
Il rapporto ha chiesto che a un organo neutrale sia concesso di entrare in questi campi e che la Russia cessi immediatamente le adozioni di bambini ucraini. I dati non ufficiali parlano di 350 adozioni già effettuate da famiglie russe e di oltre 1.000 in attesa. Gli stretti collaboratori di Putin sarebbero stati a conoscenza di questa operazione, secondo l’indagine, così come Maria Lvova-Belova, la presidente della commissione per i diritti dei minori.
“La Russia ha accettato i bambini costretti a scappare dalla guerra con le loro famiglie”, ha detto l’ambasciata russa a Washington su Telegram. “Facciamo del nostro meglio per tenere i minori nelle loro famiglie, e in caso di assenza o morte dei genitori e parenti, gli orfani sono trasferiti sotto la tutela di un adulto”.
Il rapporto, inoltre, suggerisce come alcuni genitori siano stati messi sotto pressione per dare il consenso alla partenza dei figli, con la speranza di un loro ritorno. Altri “sono stati trasferiti con il consenso dei genitori che hanno concordato una durata prestabilita per il ritorno”. L’analisi è stata possibile grazie all’aiuto delle immagini satellitari. Il numero di minori coinvolti potrebbe essere ben superiore ai 6mila confermati. Il governo ucraino ha fatto sapere che, secondo i dati in loro possesso, sarebbero oltre 14,700 i bambini “deportati” in Russia.