A Tel Aviv scendono in piazza e nelle strade migliaia di israeliani contro la riforma di Giustizia voluta dall’attuale governo. Sono 77 le persone arrestate, diversi gli scontri tra polizia e manifestanti.
La polizia ha usato idranti e agenti a cavallo per disperdere le folle. La riforma di Giustizia prevede il taglio dei poteri alla Corte suprema e questo mina in modo irreparabile lo status di democrazia all’attuale governo. Difatti a quest’ultimo viene donato molto potere dall’esclusione della Corte suprema.
Nella serata di ieri, 11 luglio 2023, decine di migliaia di israeliani si sono riversati tra le strade della capitale Tel Aviv invadendo le piazze e bloccando le strade, impedendo in questo modo anche la circolazione stradale.
È l’ennesima giornata di manifestazione a Israele dove si protesta contro la particolare e controversa riforma della Giustizia che è stata fortemente voluta dall’attuale governo guidato da Netanyahu.
La riforma della Giustizia è da diverso tempo che è al vaglio del governo attuale in Israele e la popolazione fin da subito l’ha contestata e ha mostrato di non essere d’accordo con la sua attuazione scendendo in piazza.
Lunedì però il governo ha scelto di ignorare quanto il popolo ha palesato nelle ultime settimane e ha deciso di approvare il taglio dei poteri alla Corte suprema, che era uno dei motivi principali che preoccupava proprio gli israeliani.
La protesta di ieri sera è stata tutt’altro che pacifica però, ci sono stati moltissimi scontri tra polizia e manifestanti in quello che viene definito il “Giorno della Resistenza”. La polizia ha deciso di usare gli idranti e gli agenti a cavallo per cercare di disperdere le folle.
Moltissime proteste si sono verificate anche all’aeroporto di Ben Gurion. Solo nella giornata di ieri sono 77 le persone che sono state arrestate durante la manifestazione.
Questa presa di posizione da parte del governo va in netto contrasto con il popolo ed è proprio per questo che le migliaia di persone si sono riversati nelle strade, intimoriti dai cambiamenti che questa riforma porterà a Israele.
Il passaggio chiave che è stato approvato mira proprio alla riduzione dei poteri della Corte Suprema conferendo più potere invece all’esecutivo.
Secondo le modifiche apportate ci saranno dei cambiamenti essenziali che per molti possono compromettere la democrazia sul suolo di Israele.
I punti chiave sono dare facoltà alla Knesset di ribaltare una qualsiasi decisione venga presa dalla Corte Suprema esercitando una semplice maggioranza, che equivale a 61 voti su 121.
Ciò conferisce moltissimo potere alla destra, che è alla guida del governo, visto che detiene attualmente 64 seggi.
Il secondo punto che ha suscitato tensioni è quello che impedisce alla Corte suprema di rivedere e controllare la legalità delle leggi fondamentali.
Ultimo punto importante è il cambio di modalità su come sono scelti i giudici da inserire all’interno della Corte Suprema che d’ora in avanti sarà il governo stesso a scegliere quali saranno i giudici che rientreranno nella Corte suprema eliminando così il principio di parità.
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