Gli Islandesi hanno appena dimostrato il significato della parola ‘solidarietà’. In tema di emergenza immigrazione, i cittadini islandesi si sono posti in prima linea per offrire il proprio aiuto ai profughi siriani.
Il governo di Reykjavik si era limitato a offrire ospitalità per 50 rifugiati, ma il popolo ha voluto fare di più. Circa 12mila cittadini (circa il 4% della popolazione) hanno sottoscritto una petizione lanciata su Facebook, nella quale si invitava il governo a fare di più e nel contempo hanno messo a disposizione le proprie abitazioni.
Questa campagna di solidarietà, partita domenica scorsa, grazie alla scrittrice e professoressa Bryndis Bjorgvinsdottir, recità così:
‘I rifugiati sono risorse umane, esperienza e capacità. I rifugiati sono i nostri prossimi sposi, migliori amici, anime gemelle, o i batteristi della band dei nostri figli, i nostri colleghi o miss Islanda 2022, l’idraulico che ci sistemerà il bagno o il pompiere’.
In pochi giorni ha avuto un tale successo, che il premier Sigmund David Gunnlaugsson ha dovuto prenderla in considerazione e convocare una commissione speciale per individuare tutte le risorse messe a disposizione e poter quindi studiare un piano di massima ospitalità.
Il premier ha inoltre dichiarato: ‘Intendiamo proporci come forza positiva nella politica estera internazionale e quella dei migranti è la questione più urgente. Penso che ci sia grande consenso sul fare di più nel rispondere al problema: dobbiamo solo trovare come farlo al meglio’.