Nessuna tregua a Lampedusa, sull’isola sono arrivati 358 migranti nella notte, soccorsi dalla Guardia Costiera e dai finanzieri.
Queste persone si aggiungono alle 1.100 che sono arrivate ieri e in totale, questo porta il numero degli ospiti nell’hotspot di contrada Imbriacola a circa 2.000. Forse non si era mai verificato un sovraffollamento simile nel centro di prima accoglienza che più di tutti è diventato il simbolo degli sbarchi fuori controllo, frutto di flussi migratori in cui si fa sentire il potere dei trafficanti di esseri umani che guadagnano da queste traversate.
Arrivano nuovi migranti a Lampedusa e ogni giorno sembra essere peggio del precedente. Ne sono un esempio gli arrivi della notte scorsa, in cui Guardia Costiera e Guardia di Finanza hanno intercettato diversi barchini e soccorso 358 persone, le quali si aggiungono ai 1.100 migranti giunti ieri sull’isola.
Al momento all’interno dell’hotspot ci sono circa 2.000 persone, quindi sono molte le difficoltà di gestione da parte dei volontari. Ricordiamo che il centro è gestito dalla Croce Rossa, che ogni giorno chiede che l’attività di trasferimento non si fermi però quando ci sono flussi di questa entità, la misura non basta.
Ieri ce ne sono stati molti di trasferimenti ad altri centri di accoglienza, nonostante ciò il posto è di nuovo al collasso. Le persone arrivate nel corso della notte si trovavano su 8 barchini differenti, tutti in difficoltà a largo delle coste dell’isola.
Ogni imbarcazione aveva a bordo da un minimo di 15 persone a un massimo di 58. Fra i migranti come al solito, molte donne e diversi minori, 32 per la precisione. Come da prassi, sono stati tutti controllati dal punto di vista sanitario e poi condotti all’hotspot dove purtroppo la Prefettura di Agrigento non può fare più di quanto sta facendo, ovvero organizzare continui trasferimenti d’intesa con il Viminale.
La capienza della struttura è di 400 persone ma sono attualmente 5 volte tanto quelle ospitate. L’ultimo trasferimento è stato di 696 migranti, che a bordo della nave militare Cassiopea hanno raggiunto Reggio Calabria.
Come abbiamo detto, solo ieri sono stati registrati 1.100 arrivi nell’isola di Lampedusa ma i dati sono tragici anche guardando alle 24 ore precedenti. In questo lasso di tempo, fino ai migranti di questa notte, sono giunti 1.400 migranti salpati da Sfax ma provenienti da diversi luoghi: Costa d’Avorio, Burkina Faso, Camerun, Mali, Gambia, Nigeria e Senegal.
Poco tempo fa abbiamo riportato il racconto di un ragazzo che organizza queste traversate verso l’Italia o altri Paesi, oggi parliamo del dramma di chi, pur pagando una somma considerevole ai cosiddetti passeur, non riesce comunque a imbarcarsi e sono tanti quelli che ci provano. Tra Sousse e Sfax, nel sud della Tunisia, è un continuo viavai di persone che vanno e vengono a seconda che abbiano provato la traversata senza riuscirci o che debbano provarci.
Fra loro ci sono due ragazzi giovanissimi che tornando a piedi in città, spiegano ai giornalisti di aver provato a imbarcarsi ma senza successo. Sembrano una coppia ma non lo sono, si sono conosciuti proprio sulla spiaggia di Sfax e ora sono accomunati dal fatto di aver perso i loro soldi senza essere riusciti a partire.
Vengono dalla Guinea e la ragazza è mamma da poco, ha infatti un bambino in braccio. Non hanno nulla con sé, solo delle bottiglie di acqua che servivano per il viaggio.
Lo sguardo è triste ma non si perdono d’animo, dovranno lavorare duro – almeno 5 mesi raccontano – e poi trovare un altro trafficante e riprovare.
La ragazza, che ha partorito in Libia, ha raccontato di aver provato più volte a partire da lì ma è difficile e se ti beccano le autorità ti mandano in prigione, se ne fregano se hai un bambino o se sei incinta. Così ha provato dalla Tunisia perché è più semplice.
Guardando in effetti le pagine di cronaca è chiaro come la maggior parte degli sbarchi partano da Sfax, però l’imbarcazione in ferro dei due giovani non è salpata, probabilmente per problemi al motore. In questo e in ogni altro caso in cui non si riesce a partire, i soldi sono persi.
Nonostante le difficoltà e la pericolosità del viaggio, si dice determinata a partire e lo fa per suo figlio, abbandonato dal padre. Con lei il suo nuovo amico, che le ha donato le scarpe dopo che le ha perse. Così, con fatica e stanchezza dovranno continuare a piedi la camminata lungo la statale, sono 41 chilometri sotto il sole e ci vorranno anche 10 ore.
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