Ore molto pesanti per i migranti del Ruanda che stanno cercando di arrivare nel loro Paese attraverso il Regno Unito, dopo che il volo previsto è stato bloccato dalla Corte Europea per i diritti dell’Uomo.
L’accordo tra Regno Unito e Ruanda, per rimpatriare dei migranti arrivati illegalmente nel Paese della Regina, diventa uno dei casi più discussi di questi giorni.
Nelle ultime ore, infatti, è stato bloccato uno degli aerei in partenza da Gatwick per riportare sei persone nel Paese dell’Africa Orientale dalla Corte Europea per i diritti dell’Uomo. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo in Gran Bretagna.
Tutto è cominciato lo scorso aprile, quando, in base a un accordo firmato tra Gran Bretagna e Ruanda, il governo del Regno Unito deve prevedere l’invio di alcuni migranti che sono arrivati come clandestini nel Paese africano, dove verranno esaminate le loro domande di asilo.
In caso di successo, rimarranno nel Paese africano, piuttosto che tornare in Gran Bretagna.
Ieri sera, già pronto sulla pista dell’aeroporto di Gatwick di Londra, un volo verso Kigali è stato bloccato secondo l’ordine di un’ordinanza emessa dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che ha accolto il ricorso presentato da un uomo iracheno, previsto come passeggero per quell’aereo.
L’uomo ha invocato l’articolo 39, ovvero una misura eccezionale che si applica per chi corre un rischio reale di subire un danno irreversibile.
Scoppia, quindi, la polemica sui piani di Boris Johnson e del suo governo, che dichiara di aver ben pensato a questo piano per proteggere vite e contrastare le bande criminali che inviano i migranti in viaggi molto rischiosi attraverso la Manica.
Secondo i gruppi che sostengono i diritti umani, questo piano calpesta completamente le protezioni offerte ai rifugiati, secondo le regole stabilite dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Intanto, il ministro dell’Interno Patel ha confermato che il governo si sta già muovendo per organizzare il prossimo volo che riporterà questi sei migranti in Ruanda, affermando che il Regno Unito è un Paese “generoso e aperto”, che aiuta i rifugiati.
L’obiettivo del governo britannico, secondo quanto dichiarato, è invece quello di accogliere i rifugiati che arrivano da rotte di immigrazione approvate e non quelli che arrivano in maniera illegale.
Ora, non si sa con precisione cosa accadrà nelle prossime ore, ma è certo che Boris Johnson e la sua squadra sono decisi a riorganizzare la partenza secondo gli accordi presi la scorsa primavera.
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