E’ andato in scena nella giornata di oggi l’incontro a Tunisi tra Giorgia Meloni, Ursula von der Leyen e Mark Rutte: incontro a Cartagine con Kais Saied.
Dopo la recente visita in Tunisia del Team Europe composto da Meloni-Rutte-von del Leyen, i tre leader europei si sono recati ancora in Nord-Africa per discutere delle dinamiche che riguardano la migrazione drittamente con il presidente Kais Saied. Secondo fonti Ue, si mira alla firma del Memorandum. Un accordo di intesa che andrebbe firmato con la Tunisia e i Paesi interessati, con i tre vertici che si recheranno nel pomeriggio a Cartagine puntando alla firma dell’accordo: tra i punti cardine quello della gestione nel rispetto dei diritti della legge internazionale. Intanto a Lampedusa continuano gli arrivi, con l’hotspot ancora pieno di nuovi migranti arrivati nelle scorse giornate. Sono 10mila le persone arrivate sull’Isola siciliana dall’inizio del mese, 70mila dall’inizio dell’anno. Un appello lo lancia anche l’Unicef, che parla di 289 bambini morti nel Mare Mediterraneo dall’inizio del 2023
Si parla di un rafforzamento delle cooperazioni tra Ue e Tunisia, nell’incontro in programma oggi a Cartagine. I tre vertici Mark Rutte, Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni sono volati in terra tunisina nella giornata odierna come già avevano fatto due volte nel mese di luglio. Si intensificano dunque i colloqui tra l’Unione Europea e il paese di Kais Saied, presidente che adesso è in contrattazione con i Paesi membri per una gestione adeguata del problema migratorio.
I tre si incontreranno ancora a Cartagine puntando alla firma del Memorandum, un concordato tra i Paesi che dovrebbe essere siglato nella giornata di oggi secondo quanto riferiscono fonti Ue. In questo momento sono 10mila i migranti arrivati in Italia nella prima metà del mese di luglio, mentre in tutto il 2023 sono stati ben 75mila. Urge un accordo anche dal punto di vista dei diritti umani, mentre l’Ue spinge per la gestione nel rispetto assoluto della legge internazionale.
Sono ore di trattativa, ma c’è cauto ottimismo per l’accordo. Nonostante Kais Saied non rappresenti proprio il classico esempio di affidabilità. Ma i rapporti pare siano migliorati in questi mesi, dunque nel palazzo di Cartagine la presidente della Commissione Europea, il premier olandese e quello italiano starebbero per proporre un testo che riguarda non solo i migranti ma anche gli scambi culturali tra Tunisia ed Europa, così come quelli energetici.
Dal canto suo Saied starebbe però spiegando forte sui ricollocamenti, per limare dunque il documento e alzare la posta in gioco in modo tale da infilare nel memorandum anche lo stanziamento di 150 milioni di euro per sostenere il bilancio dello stato tunisino. Altri 105 milioni andrebbero poi al controllo delle frontiere della Tunisia, ma il presidente tunisino avrebbe intenzione di chiedere più soldi a Bruxelles.
E ancora, Saied davanti ai vertici Ue ha annunciato di voler puntare sulla lotta ai trafficanti. Ha parlato di “vera deportazione gestita da criminali che praticano le tratte di essere umani e i traffici di organi” il presidente tunisino, ma questo è un punto che i tre leader in prima fila hanno fortemente voluto nel concordato. L’Ue infatti vorrebbe fermare sulle coste africane i flussi che arrivano dal Sahel. Matteo Piantedosi lo scorso venerdì aveva spiegato che in Tunisia l’accordo prevedeva un blocco navale, ma rimangono le perplessità fortissime sul rispetto dei diritti umani dei migranti su questi blocchi.
C’è anche la grana del Fondo monetario internazionale. I vertici Ue infatti stanno contrattando anche sulle forniture di energia dall’Africa, per ridare secondo la strategia europea nuova stabilità economica al paese con Saied al comando. Presidente che aspetta ancora i finanziamento dall’Ue, si parla di 900 milioni di euro, ma l’Unione Europea non muoverà un dito fino allo sblocco dello stallo tra Fmi appunto e Saied. Il fondo monetario ha richiesto espressamente al presidente di attuare riforme adeguate prima di sbloccare 1,9 miliardi di euro.
A Lampedusa l’hotspot in queste ore è di nuovo pieno. Nella giornata di sabato complice il bel tempo nel canale di Sicilia, sono stati più di 10 gli sbarchi nell’isola siciliana dove sono stati accolti circa 700 migranti. Tanti barchini, piccoli, alcuni addirittura senza motore. Tanta gente è caduta in acqua durante la navigata secondo quanto raccontato dai migranti sbarcati a Lampedusa dove l’hotspot nonostante i recenti trasferimenti di alleggerimento è strapieno. Sono oltre 2mila gli ospiti, centinaia le persone in più rispetto al numero massimo consentito.
Ma è impossibile al momento stare al passo con i continui aggiornamenti, si rischia di arrivare al collasso, e di associare i continui sbarchi di persone in difficoltà ai freddi numeri. Che però per dovere di cronaca vanno raccontati, per riflettere sulle inadeguatezze evidenti di chi al momento corre ai ripari e va avanti con le contrattazioni.
Un appello lo lancia anche il direttore della Caritas Italia, don Marco Pagniello come riporta Il Sole 24 ore nella giornata odierna: “Nel leggere i dati non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di numeri ma di esseri umani“.
Le Ong della Tunisia a proposito lanciano l’ennesimo allarme, descrivendo la situazione come “catastrofica” dopo l’espulsione dall’Africa subsahariana di alcuni migranti dal Sfax, che rappresenta in questi mesi il punto più caldo di partenze verso il nostro Paese. Si chiedono alloggi di emergenza, ma anche centri di accoglienza e assistenza sociale, sanitaria e umanitaria. Intanto ieri al porto di Ancona è arrivata la Humanity 1, con tante persone deboli e vulnerabili a bordo. Ci sono donne incinte, bambini, giovani adulti e anche anziani, che non sono stati fatti sbarcare prima nonostante – rimarca la Ong – la possibilità ci sarebbe stata. La critica è sempre la medesima: “Avremmo voluto far sbarcare questa gente prima, abbiamo dovuto fare migliaia di chilometri per arrivare qui“.
Sulla nave 200 le persone soccorse, dice la speaker della Ong, che racconta come durante il viaggio verso Ancona molti migranti sono stati evacuati per motivi di salute. C’era anche una donna incinta che stava partorendo, ma tutti erano in grande difficoltà a bordo dopo la traversata.
Un appello lo lancia anche l’Unicef, che parla di 289 bambini morti nel Mare Mediterraneo dall’inizio del 2023. Morti, scomparsi nelle acque delle tratte dei migranti, per raggiugnere l’Occidente a bordo di barche troppo piccolo e troppo colme di persone.
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