In Sicilia, la Regione in prima linea in ambito sbarchi e migranti, secondo gli ultimi dati sarebbero libero 30% dei posti nei centri accoglienza.
Mentre il governo obbliga le Ong a risalire lo Stivale per portare in salvo centinaia di rifugiati e profughi, la situazione in Sicilia dal punto di vista dell’accoglienza non sembra essere – secondo i recenti report – così fuori controllo. Quasi 3mila i posti liberi nei centri di accoglienza su un totale di 9.601, dicono i dati di Action Aid e Openpolis.
Il governo si appresta a trasformare in legge il decreto Piantedosi. Il decreto Ong è stato già dichiarato illegittimo dal tribunale di Catania, nell’ambito del ricorso dei 35 profughi sbarcati nel capoluogo etneo lo scorso 6 novembre salvati da Humanity 1, che ha fatto riferimento agli obblighi internazionali delle operazioni di soccorso in mare. Un decreto bocciato nella giornata di ieri anche dall’Onu, che ha chiesto al governo di bloccarlo perché potrebbe portare a un aumento del numero delle vittime.
Ma come se non bastasse, oltre alla palese ormai controversia in ambito di salvataggio – visto che il testo prevede lo sbarco solamente dei passeggeri in precarie condizioni di salute – la narrazione del governo è stata quella di una costa siciliana satura ormai di immigrati, profughi e rifugiati.
Anche questa giustificazione alle recenti mosse di Roma però sembra essere pieno di contraddizioni. Perché se per obbligare le Ong a cinque giorni di risalita per lo Stivale e all’allungamento di un calvario già pesante ed estenuante per centinaia di immigrati tratti in salvo dalle imbarcazioni Ong, il governo ha usato spesso la carta di una Sicilia quasi al collasso nei suoi centri di accoglienza, recenti dati sembrerebbero smentire questa ipotesi.
Lo dice il report di Action Aid e Openpolis, che evidenzia in maniera trasparente l’andamento dei flussi. Nel 2022 sono arrivate in Italia 105mila persone, meno della metà del periodo di estrema crisi del 2015-2016. Una guerra alle Ong che sembra non funzionare, considerati anche i primi mesi del 2023, ma sicuramente una narrazione poco chiara che continua a gettare fumo negli occhi dei cittadini.
Al 31 dicembre 2021 infatti i posti liberi nei centri di accoglienza sono 21mila. E ancora, negli ultimi anni il trend non è mai sceso al di sotto del 20% dei posti liberi su tutto il Paese. Un trend che abbraccia anche l’Isola in prima linea per quanto riguarda gli sbarchi e l’accoglienza nel Mediterraneo.
Alla fine del 2021 in Sicilia i posti liberi in prima accoglienza erano 2.936 su 9.601. Dunque più del 30% come fa notare Fabrizio Coresi di Action Aid. La disponibilità a Catania tra le province in Sicilia è di 609 posti, poi Agrigento 507 ed Enna chiude la classifica con 99 posti liberi.
Coresi sottolinea come la reale problematica sia l’assenza di pianificazione, mentre il focus viene spostato dal governo verso un assedio che però, a conti fatti, risulta proprio non esserci.
Dunque un focus, quello del governo, dirottato alla lotta alle Ong che punta la sua narrazione al collasso delle strutture in Sicilia. Eppure, come evince dal report, la soluzione migliore sarebbe quella della trasparenza sia delle rotte che degli arrivi.
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