Nella mareggiata con onde alte sei metri la Ocean Viking verso Ancona. Piantedosi: “Non permettiamo a navi private di sostituirsi allo Stato”.
Soddisfatto il ministro degli Interi, che conferma la linea del governo e la nuova politica nei confronti delle Ong. Gli sbarchi aumentano, 10 volte maggiori al 2022, e si attende l’arrivo della Ocean Viking al porto di Ancona: disagi a bordo a causa del mare in tempesta, arrivo atteso alle 20:00.
Migranti, Piantedosi soddisfatto ma gli sbarchi continuano
Una lotta contro le Ong che sa tanto di lotta contro i mulini a vento. Si, perché il focus del governo non sembra più essere quello di trovare insieme all’Europa soluzioni efficaci ai flussi migratori, quanto non permettere alle imbarcazioni umanitarie di effettuare salvataggi nel mediterraneo. Una politica che non sta ovviamente ripagando, considerando che nei primi 10 giorni del 2023 gli sbarchi sono decuplicati rispetto all’anno passato (più di 3000 in questa settimana contro i 370 dello scorso anno).
Il ministro Piantedosi però è stranamente soddisfatto. Soddisfazione che arriva dalle nuove direttive del governo di non effettuare salvataggi “troppo a Sud”. Le Ong adesso sono costrette a muoversi verso i porti del Centro-Nord, come sta facendo la Ocean Viking che in queste ore sta risalendo verso Ancona con a bordo 37 persone.
Nella giornata di ieri Roberta, la responsabile sanitaria a bordo, aveva allertato con una comunicazione sulle avverse condizioni climatiche, affermando che il meteo sarebbe ancora peggiorato durante la traversata (l’arrivo è atteso per le 20:00 di questa sera).
Vento forte, a quaranta nodi e onde fino a sei metri che vagano il ponte. E’ questa la situazione a bordo della Ocean Viking che affronta un altro viaggio infernale. A causa del meteo la nave aveva chiesto di attraccare dunque più a Sud, per evitare la mareggiata dell’Adriatico, ma pare che l’unico porto sicuro sia quello di Ancona.
D’altronde il ministro Piantedosi rassicura, anche stavolta, parlando di nave dall’eccellente tenuta che in altre situazioni hanno tenuto il mare anche per 3 settimane in queste condizioni.
Intanto a bordo non si riesce a stare in piedi, e la situazione è diventata insostenibile per chi aveva già trascorso attimi di panico in mare. Era la mattina del 7 gennaio quando i naufraghi avevano tentato la traversata su un canotto già in balia delle onde da ore quando era stato portato in salvo. Con un destino già segnato, verosimilmente, se l’imbarcazione che adesso li sta costringendo a un’altra traversata drammatica non li avesse avvistati.
La coerenza di Piantedosi: “Non permettiamo a navi private di sostituirsi allo Stato”
Parla di coerenza dal suo ufficio al Viminale il ministro degli Affari Interni, che si rifà alla decisione del governo di lasciare nelle mani dello Stato le operazioni di salvataggio – che sta dimostrando “efficienza”.
Ma pochi giorni fa un naufrago era finito fuori dai radar di Guardia di Finanza e Guardia costiera, al largo della Valletta. Così come tra l’8 e il 9 gennaio una Ong aveva avvisato 19 barche senza alcun passeggero a bordo.
Le mosse del governo che promettevano “la fine della pacchia” in campagna elettorale – quando post Covid l’immigrazione era tornata come per magia l’unica preoccupazione – non sembrano ancora una volta tener fede alle promesse. Gli sbarchi sono in aumento, ed è stata la Guardia costiera ad effettuare più del 50% dei salvataggi anche nei mesi scorsi.
La conclusione dell’intervento di Piantedosi però non fa cenno a tali dati: “Non possiamo permettere a navi private, battenti bandiera straniera, di sostituirsi allo Stato italiano”. L’unica differenza adesso, rischia seriamente di essere quella che sempre meno persone verranno portate in salvo nel mediterraneo dove nel 2022 si sono contate già 1400 vittime.