Continua l’emergenza migranti al largo delle coste di Lampedusa. Nelle scorse ore 147 persone hanno raggiunto la più grande delle Pelagie.
Si aggiungono ai 374 approdati ieri. Su uno dei barchini soccorsi dalla Guardia Costiera è stato trovato il cadavere di un neonato di appena 20 giorni, che potrebbe essere morto per ipotermia. Sul natante soccorsi anche due adulti con ustioni sul corpo.
Dramma a Lampedusa: cadavere di un neonato su un barchino
Non si fermano gli sbarchi di migranti a Lampedusa. Nelle ultime 36 ore 640 persone sono approdate sull’isola delle Pelagie. Su uno dei barchini soccorsi dalla Guardia Costiera, i militari hanno scoperto il corpo senza vita di un neonato. Il piccolo – di appena 20 giorni – era partito con la madre, una ragazza di 19 anni, che ha riferito agli operatori di aver intrapreso il viaggio verso l’Italia con la speranza di una cura per il bambino, che soffriva di problemi respiratori. La prima ipotesi è che sia morto per ipotermia, ma sarà l’esame autoptico a chiarirlo.
La salma del piccolo è stata trasferita alla camera mortuaria di Cala Pisana, in attesa delle disposizioni delle autorità competenti. Sullo stesso barchino sono stati soccorsi due adulti, con ustioni sul corpo. I migranti sono stati trasferiti nel punto di prima accoglienza, l’hotspot di contrada Imbriacola. Dalla mezzanotte di mercoledì sono giunti a Lampedusa 118 migranti, stipati su 3 barchini, soccorsi dagli uomini della Guardia costiera. Gli ultimi naufraghi si aggiungono alle 522 persone approdate ieri sull’isola. Una piccola imbarcazione è stata tratta in salvo dalla ong Resqship, che ha condiviso il buon esito delle operazioni tramite Twitter.
1/2 Breaking: #Nadir crew assisted the rescues of 5 boats in distress with a total of over 200 people today. One boat capsized during a rescue operation of the italian coastguard, but all 37 people could be rescued from the water in close cooperation with the Nadir-Crew. pic.twitter.com/ddbNihezdK
— RESQSHIP (@resqship_int) November 9, 2022
La situazione sull’isola però è insostenibile, come ribadito dal sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino.
“A ogni ora del giorno e della notte ricevo chiamate dalle forze dell’ordine che mi comunicano l’arrivo di cadaveri. Sono numeri da bollettino di guerra e davvero sta diventando pesante, faticoso lavorare cosi”.
Prosegue il braccio di ferro tra la Meloni e l’Europa
Mentre il destino dei naufraghi si decide in mare e nei salotti, prosegue il braccio di ferro tra Giorgia Meloni e l’Europa sulla questione ‘Ocean Viking’, in viaggio verso la zona Sar francese. La leader di Fratelli d’Italia ha ribadito che il governo italiano sta rispettando tutte le convenzioni internazionali, sottolineando che a bordo della nave dell’ong Sos Mediterranée “non ci sono naufraghi ma migranti”.
Dal canto suo la Francia ha invitato il Bel Paese a rispettare gli accordi stipulati con l’Europa in tema di accoglienza. Una polemica che non arriva solo da oltre confine, ma anche dalle cellule interne, visto che tra opposizione, Cgil e Anpi, in molti hanno definito ‘aberranti’ le scelte del nuovo governo in materia di selezione sui migranti da accettare e quelli da lasciare in balia del destino.
Il destino della Ocean Viking ancora tutto da scrivere
Mentre i grandi fanno la guerra, il destino della Ocean Vikinng – a bordo della quale si trovano 234 persone – è ancora tutto da scrivere. Da una parte il governo francese sta tentando di bloccare l’approdo dell’imbarcazione della Ong. La nave – che si trova al confine tra le zona Sar di Italia e Francia – è ancora in balia del governo di Parigi, che nei giorni scorsi aveva accordato l’accoglienza, visto anche la difficile situazione a bordo. Una disponibilità che per ora risulta congelata, tanto che i francesi stanno facendo pressione sul governo nostrano perché si prenda in carico i migranti salvati dagli operatori della Sos Mediterraneé.
Al momento l’unica certezza resta quella delle drammatiche condizioni delle persone a bordo, dopo oltre 20 giorni in balia del mari e dei politici.
“La situazione a bordo della nave ha raggiunto un livello critico e deve essere risolta con urgenza per evitare una tragedia umanitaria”
si legge in una nota dell’esecutivo dell’Unione Europea.
Una storia che si ripete inesorabilmente dopo quanto successo nel 2018 con un’altra nave umanitaria, l’Aquarius, anch’essa rimasta per giorni in mare, in balia di un conflitto politico. All’epoca l’imbarcazione fu respinta dall’allora ministro degli Esteri Matteo Salvini e fu accolta dalla Spagna. Questa volta la Francia sembrava pronta ad accogliere i naufraghi della Ocean Viking, ma in poche ore tutto è cambiato, e il governo parigino ha richiamato l’Italia a rispettare gli accordi europei. Il tutto mentre oltre 200 persone attendono di sbarcare sulla terraferma.