La ricerca di una vita migliore che vede il mare e il pericolo di un naufragio come possibile rotta. Ma, in quello stesso mare da attraversare, la salvezza sono le navi delle Ong che traggono in salvo migranti, cercando di dar loro un porto sicuro.
Sono quasi 1000 i migranti che chiedono di attraccare fra Malta e l’Italia. L’hot spot di Lampedusa è al collasso.
Un hotspot strapieno, oltre la capienza letto e posti, ed altri migranti che chiedono di attraccare per salvarsi e scendere definitivamente dalle navi delle Ong. Ma non tutti gli Stati sono disposti ad accoglierli e, per questo motivo, i migranti passano altri giorni in mare, in attesa di sapere quale sarà il loro destino ed il loro futuro.
Lampedusa è la porta verso l’Europa ma, come dicevamo, il suo hotspot è davvero strapieno. Per questo non può accogliere altre persone e, queste, restano in mare in attesa di capire dove andare. Nel Mar Mediterraneo, sono ben 3 le navi delle Ong che attendono di capire dove poter far sbarcare i migranti. Hanno, in totale, a bordo 985 migranti.
Soltanto la nave di Sos Mediterranee, la “Ocean Viking” ne ha a bordo 234 e si trova, attualmente, a largo di Malta in attesa che dall’isola diano un segnale per sbarcare. A preoccupare, però, più di tutto, è la situazione medica dei migranti a bordo. “La loro salute rischia di deteriorarsi” – fanno sapere i medici che sono a bordo delle navi.
Se da un lato, c’è la loro voglia di scappare dalla violenza e dalla guerra dei loro Paesi, al desiderio di cercare una nuova vita in Europa. L’Italia, per molti di loro, è semplicemente l’arrivo, la porta verso altri Paesi dove, forse, ci sono già altri loro parenti che li attendono e che sono arrivati prima di loro. Ma non tutti i Paesi sono disposti a farli entrare dentro i loro confini ed accoglierli.
E per questo, attendono giorni e giorni in mare, dopo aver atteso altrettanto tempo in Libia, la prima tappa del loro faticoso e pericoloso viaggio verso la libertà. Sulla Ocean Viking ci sono anche 40 minori non accompagnati. Fra i migranti in fuga, ci sono alcuni che hanno, sul loro corpo, segni di tortura evidenti che hanno subito proprio negli hotspot lager della Libia.
Alcuni di loro raccontano, anche, di come siano stati salvati proprio dalle navi delle Ong mentre le loro barche e barchini, con le quali cercavano di raggiungere l’Italia, stavano per rovesciarsi. C’è una coppia, con la loro bimba di soli 4 anni, che racconta proprio di come è stata salvata dalla morte e dal naufragio da una nave Ong. Ed ora, come le altre persone a bordo, attende un porto sicuro dove sbarcare.
Ma c’è anche un’altra nave in mare, la “Geo Barent” di Medici senza frontiere che è a Sud della Sicilia e, come le altre, attende l’ok per poter attraccare con il suo carico di ben 572 vite umane a bordo. A largo di Catania, inoltre, c’è anche l’altra nave Ong “Humanity” con altre 179 persone a bordo. Tutte attendono risposta dai Governi degli stati.
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