Dopo l’allarme della situazione dell’hotspot di Lampedusa, al collasso da mesi, continuano i trasferimenti ad altri centri di accoglienza.
Questa mattina diversi ospiti sono stati trasportati in traghetto verso Porto Empedocle, dove c’è un’altra struttura analoga che in questo periodo sta accogliendo tante persone per alleggerire quella in contrada Imbriacola che a fronte di una capienza di 400 persone, ne ospita più di mille. Ancora c’è molto lavoro da fare e segnaliamo anche durante i trasferimenti vengono trasportate anche delle salme.
Che il centro di prima accoglienza di Lampedusa sia al collasso non è una novità, lo è da tempo a causa delle tante persone che arrivano in modo clandestino in Italia e anche quelle che la Guardia Costiera salva in mare durante i diversi interventi.
A fianco alle operazioni delle Ong, che si sono notevolmente complicate dopo il decreto legge emanato a inizio anno, ci sono realtà più dure che a volte prevedono anche il recupero delle salme fra i rottami delle imbarcazioni.
Da lontano un insieme indistinto che galleggia nelle acque del Mediterraneo, da vicino sono le salme di chi non ce l’ha fatta a raggiungere le nostre cose e una vita migliore. Questa la motivazione che spinge i migranti ad affrontare un viaggio lungo e pericoloso in cui non sapranno se riusciranno ad arrivare o se la loro barca precaria cederà alle condizioni meteo che incontreranno.
In questo scenario molto grave preoccupa la situazione dell’hotspot di Lampedusa, il centro di prima accoglienza viene sempre citato quando parliamo di migranti perché è la primissima struttura in cui vengono portati dopo i primi controlli a terra.
Qui il personale e i volontari li assistono dal punto di vista medico ma anche psicologico, tuttavia non ce n’è abbastanza e la capienza del centro non è sufficiente per la mole di persone che arrivano giornalmente.
Una situazione denunciata spesso proprio da coloro che ogni giorno all’interno dell’hotspot cercano di fare del loro meglio per aiutare tutti, ma questo può contenere circa 400 persone, invece ora ce ne sono più di 1.000.
Fino a poche ore fa erano 1.500 ma i recenti trasferimenti realizzati grazie alla nave militare Diciotti della Guardia Costiera, che ha portato 526 profughi verso il centro di accoglienza di Reggio Calabria e altri 363 sono giunti con un traghetto di linea a Porto Empedocle. Ancora, grazie all’accordo con il Viminale, la Prefettura di Agrigento ha predisposto il trasferimento di 70 persone verso Cagliari, a bordo di un aereo militare.
Ma non basta e c’è ancora tanto lavoro da fare per sistemare queste persone ma anche per organizzare meglio il lavoro a Lampedusa, dove purtroppo si gestiscono tanti migranti, anche quelli disperati dalla perdita dei propri cari.
Accanto alle persone che ce la fanno ci sono anche tanti che perdono la vita in mare e in effetti nel nuovo viaggio programmato per questa mattina, quando un traghetto è partito per raggiungere in serata, Porto Empedocle, ci sono 4 salme.
Non si tratta di vittime provenienti dall’ultimo salvataggio nel Sar Maltese, non è chiaro in quali circostanze abbiano perso la vita, ovvero da quali operazioni siano state recuperate le salme, si tratta di un dettaglio comunque molto triste che scatta un’istantanea significativa dell’emergenza.
I feretri saranno seppelliti nel cimitero di Montevago, ad Agrigento.-, dopo che il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo ha dato il via libera per la tumulazione.
Sul traghetto di linea ci sono anche 170 persone, nell’operazione coordinata dal Viminale per alleggerire ulteriormente l’hotspot di contrada Imbriacola, dove ancora ci sono molte persone in più della capienza effettiva.
In questi gironi le condizioni del mare e del meteo non erano delle migliori e infatti le navi non hanno potuto attraccare, bloccando i trasferimenti, tuttavia ora sono un po’ migliorate e si continua con i viaggi, in serata ne è previsto uno che porterà altrove altri 400 migranti.
Intanto, sulla più grande delle Pelagie la scorsa notte non si sono registrati sbarchi, una notizia che è quasi uno scoop dal momento che invece costantemente abbiamo quella opposta, con centinaia di arrivi. Le autorità continuano comunque l’attenta attività di monitoraggio delle acque a largo della costa.
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