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Categories: Cronaca

Migranti, rivolta nel centro accoglienza di Cona: i fatti, le polemiche e le indagini

Circa 100 dei migranti ospitati nel centro di accoglienza veneziano di Cona, che ha fatto da scenario a una rivolta dei migranti scoppiata in seguito alla morte di una giovane 25enne ivoriana, sono stati trasferiti in strutture dell’Emilia Romagna. A disporre il trasferimento è stato il ministro dell’interno Marco Minniti. Nella regione è stato allertato l’Hub di via Mattei a Bologna, l’ex Cie, ora centro regionale di smistamento. Nel frattempo la Procura di Venezia entrerà in possesso di tutta la documentazione inerente alla giovane ivoriana, Sandrine Bakayoko, morta per trombosi tra le mura del centro di accoglienza di Cona. Nonostante sia stata accertata per la morte una causa naturale, la procura intende comunque compiere approfondite ricerche per ricostruire le fasi precedenti al decesso. Contemporaneamente saranno compiuti tutti gli accertamenti volti a identificare possibili reati compiuti durante la protesta dei migranti.

La dinamica della rivolta

Nella notte tra il 2 e il 3 gennaio 2017 nel centro di accoglienza per migranti e richiedenti asilo di Cona, in provincia di Venezia, in seguito alla morte di una ragazza 25enne originaria della Costa D’Avorio, è esplosa una rivolta. La protesta sarebbe scoppiata per il ritardo nei soccorsi alla ragazza ivoriana. I migranti hanno acceso alcuni roghi all’interno della struttura dando fuoco a scaffali. Come ulteriore segno di protesta, a 25 operatori è stato impedito di uscire per alcune ore. Tutto avrebbe avuto origine nella giornata del due gennaio, poco dopo le dodici, quando una donna di 25 anni si è sentita male nella struttura morendo, poi, dopo alcune ore.

La testimonianza

I migranti hanno raccontato di aver aspettato a lungo l’arrivo dell’ambulanza, per protesta sarebbe quindi scoppiata la rivolta. La chiamata al 118 però sarebbe arrivata alle 12.48. I soccorsi alle 13.09, appena 21 minuti dopo. Circa mezz’ora dopo l’arrivo di due ambulanze, le stesse sono ripartite in direzione ospedale, come testimoniato da un residente della zona a Rainews24: “Abbiamo visto arrivare due ambulanze a sirene spiegate – ha raccontato – dopo mezz’oretta una è ripartita verso l’ospedale. Poco dopo è ripartita anche l’altra. Nel pomeriggio, i migranti hanno messo dei tavoli davanti al cancello di ingresso e hanno acceso dei fuochi. Abbiamo sentito urla, un sacco di casino. I motivi della protesta non li sappiamo. Si presume che riguardino le condizioni di vita. Sono ammassati in tensostrutture. Per quanto siano riscaldate, con questo inverno rigido non credo se la passino molto bene”, ha concluso.

”Nessun gesto violento”

Nella notte, racconta il commissario capo Luca Vincenzoni, “hanno chiuso il cancello e gli operatori sono rimasti dentro ma è eccessivo parlare di un sequestro. Non c’è stato il minimo gesto violento”. L’allarme è in seguito rientrato, intorno alle 2 di notte, dopo l’intervento delle forze dell’ordine, quando gli operatori delle cooperativa Ecofficina – 25 in tutto – che si occupano dei richiedenti asilo, sono infine stati liberati. Non è la prima volta che Ecofficina finisce al centro delle cronache. In passato è finita al centro di una indagine per truffa aggravata, violenze e maltrattamenti per fatti avvenuti nel dicembre del 2014 a Montagnana. Poi, nel 2016, il presidente Gaetano Battocchio subì una perquisizione domiciliare da parte dei carabinieri, che setacciarono anche la sede della cooperativa, dopo la pubblicazione di un articolo del Corriere del Veneto su presunte irregolarità negli appalti.

Cosa è successo alla ragazza ivoriana?
Cosa è accaduto a Sandrine Bakayoko, la ragazza ivoriana di 25 anni morta al Centro di accoglienza di Cona? Uno dei migranti ha raccontato il momento del ritrovamento del corpo: “È entrata in bagno alle 7, fino alle 14 nessuno si è accorto che era morta. Ho avuto paura”. Circa la possibilità che la rivolta sia scoppiata per protesta verso un ritardo nei soccorsi dati all’ivoriana, è intervenuto il questore di Venezia, Angelo Sanna, ai microfoni di SkyTg24, che ha spiegato: “Al momento non abbiamo nessun elemento che ci faccia pensare a una morte per conseguenze diverse dal malore. Ci sarà l’autopsia, attendiamo l’esito”. E ha precisato: “In attesa delle risultanze dell’autopsia dobbiamo solo mantenere calmi gli animi. Credo che in questo momento il buonsenso, il dialogo e la mediazione siano fondamentali per arrivare ad una soluzione. Sarà importante la corretta informazione, soprattutto nei confronti dei connazionali della giovane donna che ha perso la vita”.

Polemiche dopo la rivolta

“Qui ci sono 1.500 persone, in un paese piccolissimo. A nessuno qui è stato chiesto il permesso. Questa non è accoglienza, è un allevamento a scopo economico, non vedo altri motivi”, ha commentato un residente della zona. La vicenda però ha scaldato gli animi in tutta Italia, non solo dei residenti, e la polemica sull’accoglienza e sui migranti è scoppiata di nuovo, anche nel mondo politico.

Appena venuto a conoscenza dei fatti accaduti al centro per richiedenti asilo di Cona, Matteo Salvini, leader della Lega Nord, è intervenuto direttamente sui social, con post molto commentati: “Ci sono stati”, ha scritto Salvini su Facebook, “mobili dati alle fiamme e operatori della cooperativa, medici e infermieri sequestrati tutta la notte, i loro container assediati a sprangate”. “In Bulgaria a novembre, dopo un episodio simile, centinaia di ‘richiedenti asilo’ violenti sono stati espulsi. In Italia invece a questa gentaglia non succederà nulla”. “Quando sarò al governo, ESPULSIONI DI MASSA, chiusura dei centri e navi della Marina Militare che, dopo aver soccorso tutti, li RIPORTANO INDIETRO. Basta, il 2017 sarà l’anno della riscossa!!!”, ha concluso l’europarlamentare.

Alla Lega replica Marietta Tidei del Pd: “I disordini avvenuti all’interno del centro di accoglienza di Cona vanno condannati perchè ogni forma di violenza è ingiustificabile, ma con la stessa fermezza va condannata la riprovevole strumentalizzazione di Matteo Salvini, sempre pronto ad alimentare un pericoloso clima d’odio nei confronti dei migranti”. Anche Vanna Iori del Pd parla di “commenti irresponsabili” e “intollerabili”.

Il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia ha invece commentato via Twitter: “I soccorsi all’ivoriana sono stati tempestivi e i facinorosi sono da espellere subito”, aggiungendo poi su Facebook: “Se è forte il dolore davanti a un fatto così tragico come la perdita della giovane ivoriana nel centro di accoglienza di Cona, al tempo stesso non dev’esserci il minimo dubbio che da noi tutti sono curati nella stessa maniera, indipendentemente dal colore della pelle, dal credo religioso e dalla provenienza. Per questo ho voluto che venissero resi pubblici i dati del soccorso effettuato che ha visto auto medica, ambulanza e ospedale di Piove di Sacco essere operativi nel giro di pochi minuti dalla chiamata. Non possiamo non interrogarci su tutto quello che sta succedendo”. Per il governatore del Veneto, i centri di accoglienza come Cona “devono chiudere”.

”Un luogo disumano”

Dalla parte politica opposta, attacca Sandra Zampa del PD: “Il Cie era un posto disumano, nel mio ultimo sopralluogo abbiamo trovato escrementi vicino alle stanze dove dormivano i migranti. Sono esperienze spaventose e indimenticabili”. Rilancia Sinistra italiana con Giovanni Paglia: “Tutto quello che è successo poteva essere evitato: all’inizio di dicembre – ricorda – abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, in cui denunciavamo gravissime carenze strutturali nell’organizzazione: sovraffollamento, condizioni di vita insostenibili, circa il 50% degli oltre mille ospiti analfabeti (a fronte di 73 tirocini formativi), difficoltà di garantire assistenza sanitaria, un centro considerato di transito dove risiedevano persone da ben oltre 12 mesi, e così via”. Insomma, “una bomba a orologeria”. “Occorre accertare le dinamiche che hanno portato al decesso della giovane ospite e verificare se ci siano stati eventuali ritardi dei soccorsi”, rincara la deputata Dem Sara Moretto che, in qualità di componente della Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti, annuncia un’interrogazione al ministro dell’Interno Marco Minniti, sottoscritta da molti deputati veneti.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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