Sulla questione migranti, Piantedosi e i capigruppo intendono vagliare l’ipotesi di confisca delle navi Ong.
Diventa sempre più spinosa la questione migranti. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e i capigruppo sono al lavoro per convalidare una decisione che potrebbe incidere notevolmente sulle procedure di salvataggio, avendo delle conseguenze sulle organizzazioni non governative che si occupano di questa missione. È al vaglio, infatti, l’ipotesi della confisca delle navi Ong, a seguito di una sanzione. I dettagli di seguito.
Arriva la stretta sulla questione migranti. L’ipotesi al vaglio prevede sanzioni amministrative per tutte le organizzazioni non governative che salvano migranti nelle acque del Mediterraneo, che potrebbe comportare anche la confisca delle navi con le quali vengono salvate le persone in mare.
Un percorso, avviato già da Giorgia Meloni, per quel che concerne gli ingressi in Italia. Solo nel 2022, sono giunti nel nostro paese 10.980 migranti nel Canale di Sicilia.
In una riunione, tenutasi al Viminale, si è fatto il punto della situazione. Al momento, si rimane sul piano delle ipotesi, in quanto bisogna capire la decisione che sarà estrapolata dal confronto di Piantedosi con i capigruppo della maggioranza che si ricollega al braccio di ferro, degli ultimi giorni, con quattro navi di organizzazioni non governative.
Al fine di gestire i flussi migratori, per cui intervengono le navi Ong nel Mediterraneo, il governo chiede una prospettiva europea al fine di controllare e gestire l’immigrazione, evitando scontri, come quello avvenuto con la Francia, per non permettere, dunque, che tale fenomeno passi nelle mani di trafficanti di uomini.
A tal fine, si propone di incrementare i canali di passaggio regolari, rendendoli ancora più sicuri, per tenere sotto controllo quelli illegali e fermarli sul nascere.
In questa ottica, come avviene per i rave party nei quali vengono confiscate le attrezzature, anche nel caso dell’immigrazione, si potrebbe arrivare a confiscare le navi con le quali vengono salvate vite in mare, qualora non si coordinino con l’autorità responsabile della specifica area Sar.
C’è da considerare che i flussi migratori sono determinati da una forte crisi economica e politica che attraversa specifici stati sia dell’Africa che dell’Asia. Problemi di natura anche sociale che spingono molte persone a lasciare tutto per sperare in un futuro migliore in paesi in cui le condizioni di vita sono migliori e più rosee.
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