Gli arresti sono scattati questa mattina a opera dei Carabinieri del Metapontino. Le accuse per gli indagati sono di violazione della sicurezza e dell’igiene del lavoro, associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera straniera e discarica di rifiuti non autorizzata.
I migranti venivano pagati cinque euro l’ora, per lavorare nei campi anche oltre 10 ore al giorno. Per un indagato è scattata la misura detentiva, gli altri 9 sono ai domiciliari.
Violazione della sicurezza e dell’igiene del lavoro, associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera straniera e discarica di rifiuti non autorizzata. Sono queste le accuse mosse a carico di 10 indagati, che questa mattina sono stati arrestati dai carabinieri del Metapontino, Matera.
Per 9 dei 10 indagati sono scattati gli arresti domiciliari, una decima persona è finita in carcere. Si tratta del titolare di un’azienda agricola. Le indagini sono partite nel luglio dello scorso anno, quando alcuni immigrati denunciarono ai Carabinieri lo sfruttamento subito sul lavoro. A quel punto i militari hanno ricostruito la trama dell’associazione per delinquere. I lavoratori (in totale, circa 140) ricevevano cinque euro all’ora ed erano impiegati nei campi fino a oltre dieci ore al giorno, anche la domenica. Coloro che provenivano dall’Africa, inoltre, dovevano pagare circa seimila euro ai “caporali” per ottenere il lavoro e versavano loro tre
euro al giorno per avere diritto ad un posto in cui poter dormire.
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