A Roma abbiamo assistito al caos di una gestione dell’accoglienza dei migranti non degna di un paese civile. Lo sgombero attuato verso un gruppo di migranti in piazza Indipendenza è stato caratterizzato da momenti di grande tensione, con cariche anche pesanti. Immagini certamente poco edificanti per una Capitale europea come Roma. Le forze dell’ordine, in tenuta anti sommossa, hanno usato anche gli idranti per liberare la piazza, occupata soprattutto da donne inginocchiate per terra con le braccia alzate e migranti richiedenti asilo provenienti da Etiopia ed Eritrea, sgomberati dal palazzo che era stato occupato in via Curtatone circa 4 anni fa.
I rifugiati protestavano per il trattamento riservato loro: molti bambini sono stati portati via sui pullman della polizia. “Siamo stati svegliati con l’acqua degli idranti. Hanno preso alcune di noi per i capelli colpendole anche con i manganelli. E’ assurdo: siamo rifugiati politici, abbiamo i documenti in regola”, dice una delle donne sgomberate all’alba da piazza Indipendenza.
“Ci hanno preso per i capelli – racconta un’altra – quella donna con il braccio fasciato è stata colpita con un manganello e ora sta andando in ospedale. Anche io ho i segni sul fianco. Non è giusto. Abbiamo dormito per strada per 5 notti. Vogliamo solo una casa”.
“Questo è uno stato accogliente? No è un paese fascista, disumano”, urla una donna, mentre poco distante, in via Goito, un immigrato sgomberato è stato fermato e portato via dalle forze dell’ordine mentre faceva un’intervista alla tv La7. “Vergogna, vergogna” hanno urlato gli altri presenti lungo la strada, “disumano”, urla un’altra donna piangendo.
E nelle ore successive sono scoppiate nuove tensioni, davanti alla stazione Termini di Roma, tra rifugiati e richiedenti asilo sgomberati stamattina in piazza Indipendenza e forze dell’ordine.
Secondo quanto si è appreso da fonti di polizia, un gruppo si è nuovamente radunato e ha tentato di bloccare il traffico in piazza dei Cinquecento, come riportato da Ansa. Sono stati lanciati oggetti e sassi contro gli agenti in tenuta antisommossa, che li hanno poi dispersi. A quanto riferito dai movimenti per la casa, una donna per lo spavento sarebbe stata colta da malore.
“Sassi, bottiglie e anche bombole di gas contro gli agenti impegnati in uno sgombero a Roma. Ancora una volta i migranti si scagliano contro le nostre Forze dell’ordine. Un comportamento inaccettabile e vergognoso rispetto al quale ci aspettiamo fermezza da parte del governo. Arresto ed espulsione immediata per i colpevoli. La situazione è ormai degenerata. Questa non è civiltà. Il ministro Minniti risponda con i fatti”. È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, responsabile del Dipartimento Giustizia del partito.
CHI ABITAVA IL PALAZZO DI VIA CURTATONE
Oltre 400 migranti e 35 minori abitavano nel palazzo occupato da 4 anni in via Curtatone, a pochi passi dalla stazione Termini a Roma. Quasi tutti erano etiopi ed eritrei, richiedenti asilo o con protezione sussidiaria. Circa 100 le situazioni di ‘fragilità’. Loro sono rimasti all’interno dell’edificio fino a stamattina, in attesa che fossero perfezionate le procedure di assistenza per fornire loro un alloggio alternativo. Gli altri erano stati già sgomberati sabato scorso. Un centinaio di questi migranti si era dunque accampato per cinque notti nei giardini di piazza Indipendenza, davanti allo stabile in cui hanno vissuto in questi anni. Stamattina all’alba la polizia è intervenuta per sgomberare tutti.
LA POLIZIA: ‘A NOI TOCCA IL LAVORO SPORCO: GLI ERRORI SONO DEL GOVERNO’
Il sindacato di polizia Sap è intervenuto dopo le violenze tra polizia e migranti in seguito allo sgombero a Roma: “Gli errori del Governo con le sue scelte scellerate in materia di immigrazione, ricadono sempre sulla Polizia che è chiamata a fare per strada il lavoro sporco senza alcuna tutela”.
E’ questa la posizione di Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia: “E’ una situazione ingestibile e credo non si tratti di incapacità di Governo, ma di scelte determinate con coscienza e volontà. Colpire gli agenti intervenuti a Roma con sassi, bombole e bottiglie è violenza. Non ha nulla a che vedere con l’integrazione”. Per il sindacato, “dietro l’ipocrisia della politica dell’accoglienza si nascondono situazioni che compromettono seriamente l’ordine e la sicurezza pubblica. Quella di piazza Indipendenza era una situazione di totale degrado che non ammette scusanti o giustificazioni. A farne le spese è il cittadino perbene e il poliziotto, chiamato ad intervenire come in questo caso. Quanto successo a Sanremo qualche giorno fa, è un’altra testimonianza. Un poliziotto ha perso la milza a causa del pestaggio subito da tre extracomunitari ubriachi. Il pericolo terrorismo e criminalità ce lo abbiamo in casa, e molto spesso siamo stati il connettore con questa invasione incontrollata”.