Torniamo a parlare di migranti con la tragica notizia della morte di una di queste persone che si trovava sulla Sea Eye 4.
La nave umanitaria della Ong tedesca omonima aveva ricevuto inizialmente l’assegnazione del porto di Pescara dopo che nel Mediterraneo aveva soccorso dei migranti in difficoltà. In seguito la nuova rotta è diventato il porto di Napoli ma nel tragitto c’è stato il tragico decesso.
Alcuni giorni fa la nave umanitaria Sea Eye 4, della Ong omonima, aveva soccorso dei migranti nel Mediterraneo e aveva poi ricevuto dal Viminale l’assegnazione del porto di Pescara, tuttavia questa decisione era stata cambiata a causa delle difficili condizioni meteo e la nuova meta era il porto di Napoli.
Purtroppo uno dei naufraghi che si trovavano sulla nave ha perso la vita e a riferire la notizia è stata la stessa Ong, che ha spiegato che la salute dei migranti era già molto critica, specialmente quella di due persone, che sono state evacuate. Proprio uno di questi individui è deceduto in ospedale.
Un dramma che evidenzia un quadro molto grave e una situazione difficile per le Ong che devono trovarsi a salvare i migranti in mare nel rispetto di alcune regole che a molti sembrano proibitive, ad esempio il doppio soccorso, regola infranta per la prima volta dalla Geo Barents alcuni giorni fa, in cui ha portato a termine tre operazioni prima di arrivare al porto di Genova.
A bordo della Sea Eye c’erano 105 sopravvissuti e i cadaveri di due migranti recuperati in mare durante le operazioni di soccorso, a cui appunto di è aggiunta la terza persona morta per il peggioramento repentino delle condizioni di salute.
Stamattina i profughi erano sbarcati a Napoli su indicazione delle autorità italiane proprio per accorciare le distanze a causa non solo del meteo avverso ma anche tenendo presente la difficile situazione di alcuni migranti, bisognosi di cure mediche al più presto dopo essere stati messi alla prova già dall’estenuante viaggio verso la salvezza nel nostro Paese.
Queste traversate sono vere odissee in cui i migranti partono alla ricerca di condizioni migliori ma molto spesso si trovano a lottare con la vita e la morte, dove la loro unica ancora di salvezza sono le navi umanitarie.
Secondo i dati del Viminale, dall’inizio dell’anno sono arrivate in Italia 104mila persone e come dicevamo, l’unica nave tornata in mare dopo l’approvazione del decreto sul nuovo codice di condotta è la Geo Barents di Medici Senza Frontiere, che ha disobbedito ad alcune regole e probabilmente riceverà una sanzione.
Continuano nel frattempo le proteste proprio delle Ong contro il decreto ritenuto troppo proibitivo e non umano. Questo prevede che venga effettuata una sola operazione di salvataggio e che subito le autorità italiane vengano informate. Ancora, il porto assegnato dal Viminale non deve essere necessariamente il più vicino e proprio questo elemento è quello che ha destato maggiori polemiche perché un viaggio estenuante anche di diversi giorni, mette a dura prova i migranti già molto provati dalla traversata nel Mediterraneo.
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