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E’ un Mika inedito, quello che viene fuori se si parla di dislessia. Il cantante è intervenuto con un video nel corso del convegno intitolato Come pesci sugli alberi e organizzato ad Alba, che ha dedicato un evento al tema di chi non riesce a leggere e scrivere con fluidità. Proprio Mika ha voluto raccontare la sua esperienza personale, sorprendendo ancora una volta tutti e annunciando che presto pubblicherà un nuovo libro. Certo è che anche le recenti parole di una star della musica serviranno a riportare l’attenzione su un tema così delicato.
E in effetti il messaggio lanciato da Mika fa riflettere, anche perché in Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, pur riguardano oltre un milione e mezzo di persone. Grazie alla sua esperienza personale, il cantante sottolinea come non si debba parlare di un deficit di intelligenza, ma che in un certo senso vada inquadrata come una diversità nell’apprendimento. Diversità che, come tutte le diversità, non va derisa, ma resa un’opportunità per la persona.
‘Pensavo fosse tutta colpa mia’, confessa Mika nel ricordare la sua infanzia problematica. Fortunatamente, però, oggi ha cambiato idea e preferisce far passare un messaggio di speranza, stando attento a non dividere le persone in normali e a-normali. ‘La normalità è un’illusione: non esiste. Esiste l’essere così come si è, che è una cosa molto speciale’, commenta nel video di Come pesci sugli alberi. I suoi problemi legati alla dislessia ora sono risolti, ma Mika s’impegna comunque per tutti i dislessici e promette l’uscita di un nuovo libro a breve. Si tratta di un ‘messaggio di coraggio per le tante persone che hanno questo problema’, fa sapere il cantante.
Non è la prima volta, del resto, che la star musicale e giudice di X Factor si schiera con un’idea ben precisa su temi di stretta attualità sociale. Stavolta si è trattato del racconto di un’esperienza personale riguardante la dislessia, mentre solo qualche mese fa, a seguito della scritta ‘frocio’ apparsa su un manifesto che lo ritraeva, Mika ha voluto parlare di omosessualità in questi termini, riferendosi all’epiteto poco elegante attribuitogli: ‘Non accettiamola come una parola normale, ma non facciamo più finta che non esista: sarebbe molto più pericoloso‘, ha detto.