Paura per Mike Pence, atterraggio d’emergenza per l’aereo del vicepresidente Usa

Attimi di paura per il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence: l’aereo a bordo del quale viaggiava è stato costretto a un atterraggio di emergenza. Pence era di ritorno alla Casabianca dopo il discorso elettorale di Trump a Gildford. Stando a quanto riporta UsaToday, l’Air Force 2 avrebbe impattato contro un uccello che ha colpito uno dei motori del velivolo e, per questo, il pilota “ha deciso di ritornare all’aeroporto dal quale era appena decollato per un eccesso di cautela“, fa sapere Devin O’Malley, portavoce del vicepresidente.

Dopo l’atterraggio, Pence e il suo staff hanno usato un aereo cargo per tornare a Washington. L’Air Force 2 “è un po’ diverso stasera. Ora siamo sul C17, felici di questo! Grazie ai piloti e all’equipaggio per averci riportato a terra in sicurezza”, scrive Brett Giroir, segretario alla Sicurezza dello staff di Trump, caricando una foto a bordo dell’aereo cargo su Twitter.

Mike Pence e l’incidente aereo del 2016

Quello di questa notte, non è il primo incidente aereo che Pence ha affrontato durante la campagna elettorale. Nell’ottobre 2016, l’aereo della campagna che trasportava Pence ha sbandato dalla pista dell’aeroporto LaGuardia di New York. “Stiamo bene“, disse Pence alla giornalista Alisyn Camerota della Cnn in occasione del “New Day”, durante un’intervista telefonica dell’epoca. “Sono stati circa 10 secondi di incertezza ieri sera, ma siamo molto grati ai piloti e ai primi soccorritori sulla scena e per il fatto che tutti sono scesi dall’aereo sani e salvi“.

La riconferma come vicepresidente

Il 27 agosto Mike Pence è stato riconfermato come vicepresidente da Donald Trump in occasione della convention repubblicana a Baltimora. “Gli americani devono scegliere se vogliono che gli Usa restino gli Usa“, ha detto Pence accettando l’incarico “umilmente” per altri quattro anni. In quell’occasione Pence ha difeso la ‘linea ‘d’ordine’ dell’amministrazione americana e ha attaccato lo sfidante Joe Biden, descrivendolo come il “cavallo di troia della sinistra radicale”.

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