L’ex vicepresidente di Donald Trump, Mike Pence ha ufficialmente annunciato e presentato ufficialmente la sua candidatura alle elezioni presidenziali Usa del 2024. Pence, durante un evento a Charleston, South Carolina, ha presentato la sua candidatura dichiarandosi il rappresentante della “libertà, opportunità ed eredità americana”.
Pence ha spiegato ai sostenitori che: “Desidero annunciare che mi candiderò come vostro presidente degli Stati Uniti”. L’annuncio dell’ex vicepresidente segna l’inizio ufficiale della corsa repubblicana alla nomination in vista delle elezioni presidenziali del 2024 e soprattutto mette Pence in rotta di collisione con il suo ex boss Donald Trump.
La scelta dell’ex presidente Usa, facente parte all’epoca dell’amministrazione Trump, Pence ha gettato benzina sul fuoco sul malcontento già presente tra i due leader repubblicani, che ora si sfideranno alle presidenziali 2024 per poter ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti d’America.
Gli ultimi avvenimenti tra i politici hanno mostrato chiaramente tensione ma anche una netta spaccatura tra leader repubblicani e democratici e anche il processo che è attualmente in corso e che riguarda la vicenda di Capitol Hill del gennaio 2021 e delle elezioni manipolate per evitare la vittoria dell’attuale presidente Biden non hanno sicuramente ricucito il rapporto, ma hanno soltanto portato ulteriore malcontento che ora è palpabile.
La sfida di Pence riguarda da vicino il tycoon Trump e rappresenta l’ultimo segnale del riallineamento del partito contro l’ex presidente, dopo le deludenti elezioni di medio termine. Per gran parte dei quattro anni alla Casa Bianca, Pence è stato un fedele alleato di Trump. Ma il loro rapporto è crollato dopo che Trump ha costretto Pence a non certificare la vittoria di Joe Biden nel 2020, una richiesta che Pence ha rifiutato affermando di non avere il potere di “ribaltare” il voto.
Lo sfidante presidenziale Pence ha annunciato la sua candidatura in un momento in cui i dati dei sondaggi vedono in vantaggio il governatore della Florida Ron DeSantis, considerato ormai il principale sfidante di Trump per la leadership repubblicana.
L’ex vicepresidente Usa ha davanti una strada in salita, ma la sua decisione di sfidare apertamente l’ex presidente segna un momento di svolta importante nei tumultuosi mesi che precedono le primarie repubblicane del 2024.
L’annuncio della candidatura di Pence arriva dopo che lunedì il suo team ha presentato i documenti alla Federal Election Commission per dichiarare le sue intenzioni di concorrere alle presidenziali. Il 63enne ex vicepresidente dovrebbe aprire ufficialmente la sua campagna elettorale mercoledì nello stato dell’Iowa, tra i primi a esprimersi nelle primarie.
Convinto conservatore sui valori familiari e fervente cristiano evangelico, il politico originario dell’Indiana, ex governatore del suo stato, ha progressivamente preso le distanze dall’ex presidente Trump dopo aver rifiutato, nel suo ruolo di presidente del Senato, le richieste di Trump di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020.
Pence si unisce a una schiera sempre più ampia di candidati repubblicani, tra cui Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, il senatore Tim Scott e l’ex governatore della Carolina del Sud Nikki Haley. Il governatore del North Dakota Doug Burgum è anche in programma di partecipare alla gara mercoledì, secondo una fonte informata sui suoi piani, mentre l’ex governatore del New Jersey Chris Christie si lancerà in gara martedì, portando il totale dei candidati repubblicani a oltre dieci.
La crescente quantità di candidati in corsa per la nomination preoccupa molti critici di Trump all’interno del Partito Repubblicano, poiché temono che il voto anti-Trump possa essere diviso, consegnando così la nomination del partito all’ex presidente.
Malgrado la popolarità della sua politica tra i repubblicani, sorgono interrogativi tra i critici riguardo alla base elettorale di Pence in un partito che ora sembra concentrarsi maggiormente sul populismo e sulla politica culturale, piuttosto che sul conservatorismo tradizionale.
L’ex presidente Trump ha esposto già nelle scorse settimane il suo malcontento e la sua contrarietà riguardo alla candidatura presidenziale dell’ex vicepresidente Pence e ha più volte attaccato in politico spiegando che tutto ciò che ha potuto compiere è stato fatto al suo fianco e ha sottolineato che proprio grazie a lui se ha raggiunto determinati traguardi.
I media e l’opinione pubblica si sono inizialmente trovata spiazzata nel vedere il percorso di allontanamento intrapreso dall’ex vicepresidente Pence nei confronti del leader dei Maga che, nonostante le problematiche legali e l’attenzione mediatica non favorevole su di lui, rimane comunque ancora molto apprezzato e favorito tra il popolo statunitense.
Pence si unisce a una schiera sempre più ampia di candidati repubblicani, tra cui Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis, il senatore Tim Scott e l’ex governatore della Carolina del Sud Nikki Haley. Il governatore del North Dakota, Doug Burgum, dichiarerà il suo programma e la decisione di partecipare alla gara mercoledì, secondo una fonte informata sui suoi piani, mentre l’ex governatore del New Jersey Chris Christie si lancerà in gara martedì, portando il totale dei candidati repubblicani a oltre dieci.
La crescente quantità di candidati in corsa per la nomination preoccupa molti critici di Trump all’interno del Partito Repubblicano, poiché temono che il voto anti-Trump possa essere diviso, consegnando così la nomination del partito all’ex presidente.
I conservatori e gli evangelici considerano Mike Pence un leader che difende i valori tradizionali e la fede religiosa, e lo vedono come un esempio di politico che si impegna a mantenere le radici cristiane dell’America. Molti di loro lo apprezzano per le sue posizioni ferme contro l’aborto, il matrimonio omosessuale e la ricerca sulle cellule staminali embrionali, che sono in linea con i principi conservatori e cristiani.
Inoltre, gli evangelici apprezzano la fede dichiarata di Pence e la sua partecipazione attiva nella comunità religiosa. Ha parlato apertamente della sua fede in numerose occasioni, affermando che la sua fede cristiana guida le sue decisioni politiche e la sua vita personale.
Tuttavia, non tutti i conservatori sono unanimi nel sostenere Pence. Alcuni conservatori hanno criticato la sua politica economica e la sua posizione sulla questione dell’immigrazione, sostenendo che non sia abbastanza conservatore in queste aree. Inoltre, alcuni conservatori e evangelici non sono soddisfatti del suo ruolo nell’amministrazione Trump, che ritengono non abbia fatto abbastanza per attuare politiche conservatrici.
In generale Pence è considerato un leader conservatore e un riferimento per gli evangelici, e ha guadagnato molti sostenitori tra i conservatori e gli evangelici grazie alla sua difesa dei valori tradizionali e della fede cristiana.
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