Il 13 dicembre arriverà finalmente il closing che trasformerà il Milan in proprietà cinese? Tutto lascia pensare che sarà così, ma qualcuno ha dubbi. E se quel qualcuno è il primo tifoso rossonero, ossia Silvio Berlusconi, allora significa che non tutto è così scontato. Il presidente e proprietario ha dichiarato un paio di giorni fa: “Il 13 ci sarà la chiusura, ma se dovesse saltare sono pronto a riprendermi il Milan”.
Un frase sibillina che, dai commentatori politici, viene interpretata come l‘ultima mossa elettorale, in vista del referendum del 4 dicembre, da parte dell’ex Cavaliere. Che, in realtà, sa che i cinesi non si tireranno indietro. La cordata Sino Europe Sport non ha dato segnali di cedimento, non ha cambiato idea. E la riprova è il tour de force del futuro ds Massimiliano Mirabelli, che sta scandagliando l’Europa in lungo e in largo per rinforzare la squadra fin da gennaio. Con i soldi cinesi, ovviamente.
Le parole di Berlusconi, però, restano. Dette a ‘Matrix’: “Se la trattativa dovesse saltare, dovrò riprendermi il Milan con molto piacere e cambierò strategia. Sarà un Milan tutto italiano e molto giovane”. Parole già sentite negli ultimi anni, che certo non fanno sperare il tifoso del Diavolo, capace di turarsi il naso e accettare il cambio di proprietà a patto che arrivino finalmente gli investimenti massicci sul mercato.
Ulteriore rassicurazione per il popolo milanista, e pure per Fininvest, arriva dalla caparra già versata dalla cordata dell’Est: 100 dei 740 milioni totali (debiti inclusi) di investimento totale. Cento milioni che se la trattativa dovesse improvvisamente arenarsi o rompersi sarebbero persi. Sino Europe Sport ha garantito inoltre 100 milioni all’anno, per il prossimo triennio, per la campagna acquisti. Ma non è solo l’ambito sportivo a inchiodare i cinesi alle loro responsabilità: i soldi versati nel salvadanaio, infatti, aiuteranno Fininvest, alle prese con il difficile momento delle televisioni, e saranno 500 milioni circa. Mica spiccioli.
Resta la ritrovata vena di Silvio Berlusconi dopo l’intervento al cuore. Ha fatto sapere di poter accettare la carica di presidente onorario solo se avrà voce in capitolo sugli acquisti e sulle questioni di campo. E se al suo fianco ci sarà ancora il fidatissimo Adriano Galliani. Detto tutto ciò, Repubblica ipotizza il colpo di teatro finale. Insomma, l’uscita a Matrix non avrebbe solo valenza referendaria. Silvio Berlusconi avrebbe fatto un giro di telefonate tra gli imprenditori italiani per sapere chi potrebbe sostenerlo in una nuova avventura. In particolare Renzo Rosso, da poco sponsor del Milan. L’unica possibilità, però, sarebbe quella del mancato versamento cinese il prossimo 13 dicembre.
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