C’è una differenza molto sottile tra una vittoria e una sconfitta, tra uno scudetto e una beffa. Spesso, quella differenza, è una bandierina di troppo alzata dal guardalinee, una decisione presa male dall’arbitro, un eccesso di protagonismo da parte del giudice di porta. Una combinazione di tutto ciò ha portato, sabato sera, all’annullamento del gol di Miralem Pjanic in Milan-Juventus. Va dato atto a Nicola Rizzoli di aver ammesso l’errore, di lunedì però. In ritardo, dunque.
Il fischietto della sezione di Bologna ha rivelato a Sportitalia il grosso sbaglio commesso a distanza di 48 ore: “Il problema è che in campo le decisioni vengono prese con gli elementi che uno ha a disposizione. L’eventuale errore si percepisce a fine gara. Dopo, fa parte della capacità personale di ognuno di andare oltre e rialzarsi”. Lui, pur essendo uno degli arbitri maggiormente considerati anche a livello europeo, di topiche ne ha prese parecchie in carriera: “Ho letto una parte del libro di Zanardi che dice: ci si può rialzare anche senza gambe. Il concetto è questo”.
Rizzoli era a Prato, in occasione di un convegno organizzato dal Banco Popolare. Ha ammesso l’errore, che in realtà non è stato solo suo. Anzi, l’arbitro aveva convalidato il gol su punizione di Pjanic, ma poi è tornato sulla sua decisione, spinto dalla proteste dei rossoneri, ma soprattutto da una segnalazione di fuorigioco (inesistente) che Davide Massa – per l’occasione arbitro di porta – ha segnalato a Gianluca Cariolato, guardalinee che era rimasto invece con la bandierina abbassata.
In attesa che la Var possa diventare davvero operativa, non resta che un’amara considerazione. Nessuna tiratina di orecchie è arrivata a Massa, che domani sera sarà direttore di gara per il delicato match – ancora a San Siro – tra Inter e Torino. Anzi, i designatori paiono quasi avergli dato una promozione. Sarà lui il vero ‘arbitro’ del futuro di Frank De Boer. E scusate se è poco. Forse bisognerebbe cominciare a prendere decisioni dure anche nei confronti di un certo Marcello Nicchi, rieletto invece per la terza volta alla presidenza dell’Associazione Arbitri. Lui è il designatore. Lui avrebbe dovuto fermare chi ha commesso un errore così grossolano.