[didascalia fornitore=”altro”]Foto di repertorio Pixabay[/didascalia]
E’ morto a soli 15 anni Andrea Barone: è salito nella notte di sabato sul tetto del centro commerciale Sarca a Sesto San Giovanni, a nord di Milano, per scattare un selfie ‘alternativo’, ma durante la discesa è caduto sventuratamente in una conduttura di areazione. Immediato l’intervento dei Vigili del Fuoco che lo hanno recuperato: le condizioni del giovane sono risultate sin da subito gravi. Nonostante il tempestivo trasporto all’ospedale Niguarda di Milano, i medici non sono riusciti a salvarlo.
L’adolescente, residente a Cusano Milanino, nell’hinterland del capoluogo lombardo, aveva tentato l’ennesima, assurda sfida. Secondo alcuni conoscenti infatti, non era la prima volta che saliva su qualche tetto, ma questa volta qualcosa è andato tragicamente storto: Andrea forse è anche riuscito a scattare un selfie, poi però ha perso la vita facendo un volo di oltre 40 metri, in una conduttura del noto shopping center della periferia milanese.
[didascalia fornitore=”ansa”]Piantina luogo dell’incidente[/didascalia]
Nella sua Cusano Milanino molti conoscenti, amici e familiari sono rimasti agghiacciati dall’improvvisa scomparsa del 15enne. ‘Era un bravo ragazzo casinista e curioso, però faceva certe volte cose senza logica. So che sui tetti c’era salito più volte. Non ho parole, perdere la vita per una fotografia…’, ha detto un’amica del ragazzo all’agenzia Ansa.
Le accuse del padre
A distanza di meno di 24 ore dalla morte del figlio Andrea, il padre ha rivolto pesanti accuse alla proprietà del centro commerciale Sarca: ‘Mio figlio non ha scavalcato muri o cancellate, nessuno della sicurezza gli ha impedito di salire sul tetto e non c’erano grate a coprire il condotto in cui è caduto’. L’uomo stravolto dal dolore della cocente perdita ha poi aggiunto: ‘E’ caduto per decine di metri, senza nemmeno che ci fossero grate intermedie’.
In un’intervista al quotidiano La Stampa, il padre ha sottolineato che il figlio non ha infranto regole per raggiungere il tetto: ‘Sono andato a vedere. Mio figlio non ha forzato porte per salire su quel tetto. Ha preso l’ascensore o la scala mobile fino all’ultimo piano dove c’è un parcheggio. E’ passato attraverso una porta aperta, ha salito tre gradini di metallo e poi altri tre fino al terrazzo. Non c’era nessuno della sicurezza che glielo impedisse. Se ci fossero state le grate intermedie di protezione, mio figlio non si sarebbe sfracellato’.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/cronaca/2018/07/01/si-affaccia-dal-balcone-e-muore-donna-si-dimentica-della-ringhiera-mancante-e-precipita/216276/” testo=”Si affaccia dal balcone e muore: donna si dimentica della ringhiera mancante e precipita”]
Inoltre l’uomo ci ha tenuto a precisare che il figlio non era solito ‘fare quei giochi lì’, commentando la foto pubblicata dal ragazzino sui social con la didascalia ‘La morte non mi fa paura, la guardo in faccia’, che lo ritrae al limite di un cornicione di un palazzo. ‘Quella è una foto di un paio di anni fa. L’ha scattata assieme a un amico sul terrazzo del centro commerciale U2 di Cusano Milanino, dove abitiamo. Era il luogo dove si trovava con la sua compagnia. Se uno andasse dall’altra parte vedrebbe che un paio di metri sotto c’è un grande balcone’, ha concluso.