Morire accoltellato durante una rissa a soli 21 anni. Questo è stato il tragico destino di un ragazzo, che ha perso la vita durante uno scontro fra bande di giovani. È successo alla fine dello scorso mese di settembre, ma ora ci sono stati anche i primi arresti.
Sono ben 24 le persone arrestate per il suo omicidio. Le indagini dei Carabinieri proseguono ancora.
La rissa era partita sui social ed è, poi, sfociata nella tragedia. Usciti fuori i coltelli, un ragazzo di soli 21 anni ha avuto la peggio.
È stato accoltellato al petto, mentre un altro, invece, rimase ferito. Questo fu il bilancio della rissa, avutasi lo scorso 29 settembre a Pessano con Bornago, in provincia di Milano.
La vittima di chiamava Dimitry Simone Stucchi e, stando alle indagini, la rissa sarebbe scoppiata (con il conseguente omicidio) per un regolamento di conti, nel pieno dello spaccio di stupefacenti.
Quella sera, due bande di giovani, una di Pessano e l’altra che proveniva da Vimercate, si scontrarono, forse, per regolare qualcosa che non era andato a buon fine, circa la cessione di una partita di droga.
La rissa, le urla, i coltelli che spuntano. All’arrivo dei soccorsi e dei Carabinieri, quella sera, la scena era raccapricciante: un ragazzo di 15 anni aveva una ferita alla testa e il 21enne, invece, una coltellata al torace. Il trasporto in ospedale per il minorenne, ma nulla da fare invece per il 21enne Simone.
Cos’era successo effettivamente? Dalle primissime indagini, i Militari dell’Arma avevano anche trovato gli oggetti della rissa (bastoni soprattutto). Si riuscì a risalire al fatto che i ragazzi coinvolti nella rissa stessa erano circa 20 e che, alcuni, avevano anche dei coltelli.
Una “discussione” organizzata e nata sui social che poi è sfociata nell’incontro diretto e l’accoltellamento di uno di questi. Dopo mesi, le indagini hanno portato all’arresto di 24 ragazzi, fra di essi ben 5 minorenni. I minorenni avranno, due di loro la custodia in carcere, uno l’obbligo di permanenza a casa e i restanti, invece, saranno condotti in una comunità.
Per gli altri, invece, 12 ai domiciliari e 7 in carcere. Tutti, però, sono accusati, oltre che di rissa, anche di detenzione di droga e concorso in omicidio.
Una triste vicenda che porta alla luce, non solo il disagio della droga fra i giovani, ma anche dell’uso della violenza, ed in particolare dei coltelli, come un vero e proprio regolamento di conti.
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