Sequestrati, durante un’operazione della Guardia di Finanza, beni per un valore di circa 33 milioni di euro. Reati di vario genere che vanno dal fallimento, a reati contro le società, sino a quelli contro il patrimonio economico.
Un cospicuo numero di finanzieri in campo, sino all’arrivo finale di due distinti decreti di perquisizione.
Reati fallimentari contro società e non soli, perquisizioni, sequestri di beni e misure cautelari. È questo il bilancio di due importanti indagini della Guardia di Finanza di Milano che ha portato a scoprire e a stanare 14 persone, di cui 5 di esse colpite da misure cautelari.
I Gip di Pavia e Milano hanno emanato ordinanze di perquisizione e, per queste operazioni, sono stati tanti i Baschi Verdi scesi in campo, in particolare quelle delle Compagnie di Magenta e Corsico.
In questi ultimi periodi sono state varie le operazioni e le indagini della Finanza, in particolare per i reati che colpiscono e prendono di mira le società. E quelle conclusesi ieri, fanno parte di questo filone. A Corsico è stata, infatti, individuata un’organizzazione criminale che aveva come scopo quello di commettere reati di natura finanziaria e societaria.
Sottrazioni di beni societari, ma anche di somme di denaro dalle casse delle società stesse, falsificazione di bilanci e fatture per operazioni mai effettuate: sono solo questi alcuni dei reati scoperti dai Finanzieri, che hanno anche individuato 25 società, intestate a dei prestanome, che questa organizzazione criminale utilizzava per commettere i reati sopra indicati.
9 sono state le persone raggiunte da misure cautelari: 3 agli arresti domiciliari, 3 in carcere, uno deve presentarsi alla polizia giudiziaria e i restanti hanno ricevuto il divieto di dimora. Sono stati, inoltre, sempre dalla Guardia di Finanza, sequestrati beni e denaro complessivi per un valore di circa 33 milioni di euro.
La seconda indagine, invece, si è concentrata a Magenta. Qui erano sotto controllo 10 società del settore carburanti e trasporto. Anche queste, come scoperte dagli uomini della Finanza, erano intestate a dei prestanome, ma da ricondurre, sempre alla stessa organizzazione criminale scoperta per l’operazione di Corsico.
Anche in questo secondo caso, alle società venivano sottratte somme di denaro, non venivano pagate le tasse e, per evadere a ciò, società false e destinate, poi, al fallimento, venivano interposte per riciclare e spostare il denaro verso altri scopi. Ciò che l’organizzazione criminale ne ha guadagnato sono state ingenti somme.
Ciò che ha, però, più colpito gli uomini della Guardia di Finanza è stato quello di scoprire che i dipendenti di queste società (carburanti e trasporto), durante la pandemia, nonostante fossero in cassa integrazione e ricevevano un regolare sussidio dall’Inps, continuavano regolarmente a lavorare nelle società. Questo ha portato ha una sottrazione allo Stato di 223mila euro erogati dall’Inps stessa.
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