La volontà è quella di creare posti letto per gli studenti grazie alla riqualificazione delle case popolari sfitte: Maran e lo studentato diffuso.
Il Comune di Milano prova a fare i conti con il caro affitto. La proposta è quella di mettere a disposizione per gli studenti dei posti letto tramite le case popolari sfitte. La creazione dunque di uno studentato dalla riqualificazione destinato agli universitari: ecco lo “studentato diffuso” di Pierfrancesco Maran.
Si pensa a Milano con il nuovo anno accademico alle porte a una soluzione per quella che rimane una grande problematica nel nostro Paese: il caro affitti per gli studenti. Soluzioni, dal governo, concrete ancora non ne sono arrivate e il capoluogo lombardo ha il primato negativo per quanto riguarda i prezzi degli alloggi, che siano essi stanze in condivisioni, monolocali o appartamenti in affitto. La media al momento di una stanza secondo quanto emerso da una recente analisi condotta dal centro studi di Immobiliare.it, è di 620 euro.
Al momento alla Casa di Milano un dossier dell’assessorato ha proposto una soluzione, temporanea, che non andrà a risolvere i problemi di un buco nel sistema, ma comunque propositiva. Si tratta della creazione di alcuni posti letto dopo che i prezzi a Milano sono arrivati alle stelle.
Da Palazzo Marino dunque arriva la proposta di un bando per le case popolari sfitte, che grazie a una riqualificazioni – tramite fondi – potrebbe garantire alcuni posti per gli studenti che andrebbero poi a pagare in base al reddito. Una sorta di studentato diffuso, come lo ha chiamato l’assessore alla Casa e al e al Piano quartiere Pierfrancesco Maran di Milano.
A breve dovrebbero partire i lavori per le prime 300 case, che daranno un alloggio a circa 600 studenti. Poi si potrà accedere pagando una cifra che andrà da 250 euro a un massimo di 350, sempre in base al reddito. Una soluzione che non risolve il problema, ma che intanto mette una piccola toppa.
Mentre i privati anche grazie a fondi del Pnrr riescono a tirare su palazzi e stanze da affittare in maniera spropositata agli studenti, le università hanno messo sul tavolo alcune possibilità per far fronte a caro affitti.
Si tratta in ogni caso di soluzioni molto costose. Le offerte miste o a pagamento completo corrispondono a circa 800 euro per stanza, con riduzione in base al reddito che comunque non scende sotto i 600 euro. E’ stato dato il via a Milano inoltre ad altri studentati privati, come quello che verrà costruito da Coima in zona Porta Romana dopo le Olimpiadi invernali del 2026, quando il villaggio olimpico sarà trasformato e messo a disposizione del comune. Anche la zona del vecchio ospedale Galeazzi verrà riqualificato dal gruppo San Donato, con cifre per le stanze che si aggireranno ancora su prezzi elevatissimi, si parla – secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore – di 700 euro a stanza al mese, fino a un massimo di mille, per 20-30 metri quadrati.
Cifre che si commentano da sole, e che non risolvono assolutamente la problematica del caro affitti. Inoltre, oltre gli studenti, il tema si espande anche ai giovani lavoratori. In Italia però di studentati non ce ne sono a sufficienza, dunque la costruzione privata è al momento l’unica che ne garantisce una realizzazione efficiente e veloce.
Ci sono poi grazie al dl Pubblica amministrazione di maggio circa 660 milioni di euro di fondi pubblici, di cui 1/3 andrebbe alla città di Milano per acquistare nuovi posti letto presso alloggi e residenze per studenti. Si parla di 45mila posti letto in tutta Italia, con l’intenzione di abbassare di 15% il prezzo degli affitti dei privati. Soldi che in ogni caso dovranno servire anche a pianificare piani di investimenti per il caro energia.
Ecco perché l’idea di Palazzo Marino di partire dalle case popolari sfitte, per ottenere fondi dalle ristrutturazioni. In queste ore sono iniziati i dialoghi tra Comunque e mnsiterh dell’Istruzione sul tema.
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