Dopo Napoli e Roma, le proteste contro l’ultimo Dpcm emanato da Giuseppe Conte sono arrivate anche a Trieste, Torino e soprattutto Milano.
Dopo le violenze di settimana scorsa, ora le manifestazioni si sono diffuse su tutto il territorio nazionale e sono l’espressione di un malcontento generale dovuto soprattutto dalle chiusure anticipate delle attività come bar e ristoranti, ma non solo.
A Milano ieri sera ha sfilato un corteo non autorizzato composto da circa un centinaio di persone, perlopiù giovani, che hanno lanciato bombe carta e fumogeni contro i poliziotti, uno è anche rimasto ferito. Con una molotov rudimentale è stata invece colpita un’auto della polizia locale, senza colpire nessuno. Arrivati davanti alla sede della Regione, sono stati lanciati diversi oggetti e petardi.
Durante il percorso che ha portato i manifestanti dalla zona di Buenos Aires a Piazza Città di Lombardia, sono stati danneggiati i dehors di alcuni locali, cassonetti, bici e monopattini ed è stato rotto il finestrino di un tram.
Le forze dell’ordine hanno fermato in totale 28 persone che sono poi state portate in questura, di cui 13 minorenni. Non sono ancora stati resi noti i provvedimenti che verranno presi nei loro confronti. Per ora, la Procura per i minorenni aprirà un fascicolo e indagherà sui fatti, considerati molto gravi.
Ora la procura di Milano sta indagando su chi fossero i giovani scesi in strada contro il Dpcm. Infatti, si sospetta che il corteo non autorizzato né organizzato fosse composto da ultrà, ragazzi provenienti dalla periferia del capoluogo e esponenti dell’estrema destra. Quest’ultimi nelle prime fasi avrebbero gestito la manifestazione, bloccando anche i moti di violenza gratuita dei più giovani, ricordando loro che erano lì per altri motivi.
I testimoni presenti raccontano di un gruppo di ragazzi di origine nordafricana, piuttosto vivaci: una voce dalla periferia di Milano di cui molto spesso si ignora l’esistenza.
La protesta si è conclusa senza scontri diretti poiché la polizia ha preferito disperdere la folla con lacrimogeni tenendosi a distanza dai manifestanti.
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