Milano, scontri per la prima della Scala: in scena il Fidelio

Intorno alle 16.30 di domenica 7 dicembre sono partite le contestazioni in occasione della Prima alla Scala a Milano. Circa cinquanta antagonisti vicini al centro sociale Cantiere hanno cercato di forzare il blocco delle forze dell’ordine in via Santa Margherita e sono stati respinti con una carica e diverse manganellate. Due manifestanti sono rimasti feriti alla testa, uno dei due giovani ha anche un dito rotto. Un gruppo di antagonisti è riuscito ad arrampicarsi sulle impalcature esterne alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, dal lato di piazza Duomo, e ha esposto uno striscione con scritto “Occupiamo tutte le case, basta sgomberi”. All’appuntamento sono attese autorità come il presidente del Senato Pietro Grasso, il ministro dei beni culturali Dario Franceschini e rappresentanti del mondo economico e della finanza.

Una ventina di manifestanti, tutti con il volto coperto da caschi in testa, stanno fronteggiando un cordone di polizia e si fanno scudo con alcuni pannelli di polistiriolo che riportano frasi di protesta come ‘Fuck Renzi’, ‘Fuck the police’, ‘Stop agli sgomberi e agli sfratti’. I manifestanti hanno anche lanciato uova e oggetti verso le forze dell’ordine.

In piazza Scala, invece, è in atto una protesta pacifica della Cub con i pupazzi del premier Matteo Renzi e del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, con il microfono a disposizione dei passanti. In piazza sono comparse anche due maschere di Silvio Berlusconi e del premier Matteo Renzi e due casette di legno con insegne con scritto ‘Case Aler’ e ‘Elettrodux’. Molti anche gli striscioni della Confederazione unitaria di base.

Alla prima del Teatro alla Scala si affollano banchieri, potenti politici, nuovi eroi di Renzi (padroni del vapore, grandi evasori, bancarottieri)‘, è scritto nel volantino distribuito dai manifestanti in piazza della Scala. ‘Fuori dal teatro lavoratori, precari, disoccupati, cassaintegrati, immigrati che quotidianamente vengono sfrattati dalle case e dalle fabbriche e giovani in cerca di lavoro cui si promette lavoro solo se si tagliano i diritti ai loro padri‘.

I nostri avverasi di classe – si legge ancora – dopo averci impoverito cercano di trascinarci in una guerra contro altri sfruttati”. I Cub protestano contro la gestione da parte dell’Aler e del Comune, “che lasciano 9700 case vuote” mentre le assegnazioni di case popolari “da gennaio ad ottobre sono state poco più di 600”. I manifestanti chiedono di bonificare i siti e le fabbriche inquinate e ridurre l’orario di lavoro a sole 4 ore per tutti e garantire a tutti i cittadini, incluso i migranti, un reddito minimo garantito di 1000 euro.

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