Una quantità enorme di alghe brune, circa 8.7 milioni di tonnellate, rischia di invadere le coste statunitensi dell’Oceano Atlantico. La massa di materia organica che minaccia la Florida. Riempirebbero fino a 3000 piscine olimpioniche.
Tra le cause il cambiamento climatico insieme all’inquinamento da fertilizzanti. Il sargasso (sargassum) rappresenta un problema sia per milioni di visitatori che non potranno godersi il mare, che per le imbarcazioni. Ma il danno peggiore potrebbe essere quello ambientale, visto che la massa andrebbe a ricoprire gli habitat sottostanti. L’allarme del team dell’Università della Florida Meridionale.
Tonnellate di alghe sulle coste della Florida
Un disagio per le spiagge, per le località balneari, per le imbarcazioni ma anche per l’ambiente. La massa di alghe in decomposizione, dal cuore dell’Oceano Atlantico, potrebbe infatti nei prossimi mesi abbattersi la Florida andando a danneggiare l’ecosistema e le rive di diversi litorali.
Qualora le alghe dovessero raggiungere la riva le spiagge potrebbero diventare praticamente inagibili. Fenomeni simili sono soliti colpire anche i Caraibi, oltre che l’Oceano Atlantico Settentrionale, con Paesi come la Repubblica Dominicana che in questi anni sta vedendo le invasioni di alghe sulle rive moltiplicarsi.
Il pericolo per le imbarcazioni è reale visto che la massa di sargasso (sargassus, detta anche alga bruna) rimane spesso in superficie rendendo difficile l’avviamento delle ventole dei motori – soprattutto delle piccole barche. Ma a correre il rischio maggiore, come spesso accade purtroppo, è l’ambiente.
Il pericolo per l’ecosistema
Quello che potrebbe abbattersi sulle coste della Florida, si parla di milioni di tonnellate di alghe in decomposizione, potrebbe rappresentare un vero e proprio disastro. L’ammasso di alghe brune infatti andrebbe a formare sul mare una sorta di velo, andando a soffocare gli habitat – come le barriere coralline – rendendo il passaggio d’ossigeno impossibile e dando vita alle cosiddette zone morte ( frequenti nell’Atlantico tropicale settentrionale, sono zone in cui i livelli di ossigeno disciolto sono molto bassi rispetto alla media).
Secondo gli esperti l’evento di uno spostamento massiccio di queste alghe è da correlarsi al cambiamento climatico, e in parte anche all’inquinamento da fertilizzanti tramite i fiumi.
Solitamente le alghe inoltre, i grandi agglomerati, smettono di espandersi sprofondando nel mare. Questo rappresenta una fonte di vita enorme per pesci, tartarughe, crostacei. Negli ultimi anni però, piuttosto che sprofondare, queste isole di alghe rimangono a galla più a lungo del previsto; solitamente poi la loro corsa termina a riva, andando a danneggiare anche le spiagge. Quella della Florida in questo momento pare la più esposta.
Secondo i ricercatori dell’Università della Florida Meridionale, dopo i rilievi effettuati nel mese di gennaio, pare che la massa di alghe monitorata sia raddoppiata a 8,7 milioni di tonnellate. Un evento molto raro, un record secondo gli scienziati, che nel 2018 avevano individuato un’altra di queste “isole” da 6,5 milioni di tonnellate. Il rischio, come affermato dal professore di Oceanografia dell’USF (University of South Florida) Chuanmin Hu è che si arrivi a superare il picco del 2022 quando in mare furono trovati 22 milioni di sargasso.