È stato aggredito a Roma il militare Salvatore Lucente Pipitone, morto dopo il pestaggio. Ora c’è un sospettato.
Era la notte fra l’11 e il 12 febbraio quando alcuni testimoni hanno assistito al pestaggio del caporal maggiore dell’Esercito che lavorava all’ospedale del Celio come infermiere. L’uomo poi si diede alla fuga ma ora le forze dell’ordine hanno individuato un sospettato.
Aggressione di un militare a Roma
Salvatore Lucente Pipitone era un caporal maggiore dell’Esercito italiano, residente alla Montagnola e infermiere presso l’ospedale militare del Celio. Nella notte fra l’11 e il 12 febbraio è stato pestato e lasciato a terra esanime, salvato probabilmente solo da alcune persone che hanno visto tutto e hanno gridato per allontanare l’aggressore.
Trasportato d’urgenza in ospedale, è morto poche ore dopo essere stato messo in coma all’Umberto I, dopo l’iniziale trasporto in codice rosso al Vannini. Il 44enne aggredito a Civitavecchia era in gravissime condizioni già quando era arrivato nella struttura e infatti è morto per i gravi traumi riportati.
Gli inquirenti hanno effettuato una prima ricostruzione, secondo la quale l’uomo era stato aggredito specialmente al volto, che presentava un grosso taglio sul sopracciglio. Poi è stato abbandonato a terra perché c’erano alcune persone nei paraggi e proprio queste sono state ascoltate in qualità di testimoni ma non hanno fornito molti dettagli, anche perché c’era scarsa luce e la scena non era molto nitida.
Sono state importanti invece le telecamere di sorveglianza di cui la zona è tappezzata, che hanno portato gli inquirenti a individuare un sospettato.
C’è un sospettato
Si tratta di un 30enne tunisino che dopo il pestaggio è fuggito a bordo di un’auto a noleggio, all’interno della quale forse c’era un complice che lo stava aspettando.
L’uomo è stato detenuto fino al 2018 per una condanna per spaccio di droga e l’ultimo atto reperibile presso l’Ufficio Immigrazione di Roma risale al 2013.
Sono in corso le ricerche di questa persona mentre nel frattempo si intervallano i messaggi di cordoglio verso il militare ucciso in maniera così brutale, fra cui quello del capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti, che ha detto:
“a nome mio e del partito sentite condoglianze ai familiari del caporal maggiore e all’esercito. ha lottato contro la morte ma non ce l’ha fatta. il suo coraggio e quello di altri eroi che difendono le nostre strade, non sarà mai dimenticato e non resterà impunito”.