Il messaggio perentorio della Russia: se le sanzioni non saranno eliminate, sarà attuato lo stop delle forniture del gas in Europa.
Le sanzioni occidentali alla Russia per la sua guerra in Ucraina potrebbero essere il motivo scatenante dell’eventuale interruzione della fornitura di gas naturale all’Europa da parte di Mosca, secondo quanto affermato un alto funzionario del Cremlino.
La situazione sembra essere arrivata a un punto di stallo tra Mosca e l’Europa occidentale per quel che concerne le forniture energetiche. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che i problemi con il pompaggio del gas si sono verificati “a causa delle sanzioni“.
“Non esistono altri motivi che potrebbero causare problemi con le forniture“, ha affermato Peskov.
Le sanzioni contro Mosca e le società russe hanno creato problemi con la manutenzione delle apparecchiature, ha affermato, sebbene tale affermazione sia stata smentita dai governi e dagli ingegneri occidentali.
La compagnia energetica russa Gazprom ha annunciato che una sospensione delle forniture di gas in direzione ovest attraverso il gasdotto Nord Stream 1 sarebbe stata prorogata a tempo indeterminato, perché le perdite di petrolio nelle turbine devono essere riparate.
Tale mossa ha portato a un’impennata dei prezzi del gas naturale europeo e ha colpito i mercati azionari globali.
I prezzi elevati dell’energia e la possibile penuria di quest’ultimo in inverno nell’Europa occidentale hanno fatto suonare campanelli d’allarme tra i governi, in particolare quelli dell’Unione Europea.
Peskov ha addossato la colpa dell’interruzione eventuale di gas alla porta alle sanzioni, che secondo lui hanno impedito ai macchinari di funzionare correttamente, anche se gli esperti affermano il contrario.
I funzionari tedeschi hanno respinto queste spiegazioni, dicendo che sono semplicemente un gioco di potere politico. Siemens Energy ENR tedesca, che ha prodotto le turbine utilizzate dal gasdotto Nord Stream 1, afferma che è possibile riparare le perdite della turbina mentre il gas continua a fluire attraverso il gasdotto.
L’esercito russo ha accusato le forze ucraine di aver organizzato “provocazioni” nello stabilimento di Zaporizhzhia, che si trova all’interno di un’area amministrativa installata dalla Russia.
Il ministero della Difesa russo ha affermato che le forze di Kiev hanno preso di mira il territorio dell’impianto con un drone, abbattuto, poi, dalle truppe russe. Inoltre, è stato comunicato che le truppe ucraine hanno bombardato anche la città adiacente di Enerhodar.
L’impianto, dunque, sarebbe in pericolo e le due fazioni si accusano a vicenda di provocare problemi allo stesso: la struttura è sotto il controllo del Cremlino da inizi marzo. I lavoratori dell’impianto, di nazionalità ucraina, continuano a lavorarvi.
Gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica sono giunti sul posto per controllare la situazione da vicino. L’impianto è bloccato quasi totalmente.
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