Cosa dice la scienza a proposito del miracolo del sangue di San Gennaro? Il giorno in cui vi raccontiamo la posizione degli scienziati non è casuale: il 19 settembre è infatti una delle tre date in cui il presunto sangue del patrono di Napoli, conservato in un’ampolla nel Duomo, spesso passa dallo stato solido a quello liquido. Spesso: non sempre. Quando accade (e mentre scriviamo è accaduto), secondo i fedeli che assiepano la chiesa, è segno di buon auspicio. Le altre due date sono il 16 dicembre (si narra che in questo giorno nel 1631 San Gennaro fermò l’eruzione del Vesuvio) e il sabato precedente alla prima domenica di maggio (ricorrenza del trasferimento del corpo da Pozzuoli a Napoli).
Prima di spiegarvi la posizione della scienza accenniamo a quella della Chiesa Cattolica: quello di San Gennaro non è un miracolo ma un prodigio, essendo impossibile definirlo scientificamente inspiegabile. Come spiega l’UCCR (Unione Cristiani Cattolici Razionali) è il requisito necessario affinché la Chiesa riconosca miracoloso un avvenimento. Di tutt’altro parere, ovviamente, gli scienziati. Secondo la scienza il sangue umano, se sigillato in vitro per un certo periodo di tempo, si coagula senza però tornare allo stato liquido. E anche se dovesse rompersi il coagulo e il sangue dovesse tornare liquido, non potrebbe tornare poi alla coagulazione iniziale. Insomma, quello che succede nell’ampolla del Duomo di Napoli è difficile da spiegare. A meno che non ci siano dei trucchi.
Margherita Hack: “Nessun miracolo, è un fenomeno chimico”
Una studiosa che ha dato una spiegazione razionale al fenomeno è stata l’astrofisica laicista Margherita Hack. Nel 1999 affermò: “Il miracolo del sangue di San Gennaro è solo una reazione chimica. C’è un composto di ferro semisolido che sembra sangue. Basta metterlo in un’ampolla, scuotere, e questo diventa liquido”. Insomma, secondo la scienziata non c’è “nessun miracolo, è un normale fenomeno chimico per il quale c’è una spiegazione scientifica”. Perché la gente grida al miracolo? “Oggi c’è più attenzione per questi presunti fenomeni paranormali, da una parte c’è un sempre crescente desiderio della gente di credere, dall’altra ci sono studiosi impegnati nel dimostrare come nella maggior parte dei casi, sì, insomma, c’è il trucco. O comunque c’è una spiegazione scientifica, come per il sangue di San Gennaro che si scioglie”.
La teoria del CICAP
La ricerca più famosa è stata quella realizzata dal CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) nel 1991. Alcuni ricercatori pubblicarono sulla rivista Nature un articolo sostenendo che all’origine del presunto miracolo ci fosse la tissotropia, il fenomeno per cui alcuni fluidi gelatinosi quasi solidificati possono passare allo stato liquido se opportunamente agitati, per poi ritornare allo stato solido una volta terminata l’azione meccanica. Gli scienziati (Luigi Garlaschelli, Franco Ramaccini e Sergio Della Sala) replicarono una sostanza simile al sangue contenuto nell’ampolla del Duomo di Napoli, facendola liquefare dopo l’agitazione. Secondo loro si tratterebbe di una tecnica applicabile già tanti secoli fa, quando il miracolo iniziò a verificarsi (dal 1389). Il Cicap ha così smentito la presenza di vero sangue nell’ampolla.
Giuseppe Geraci smentisce il CICAP
A smentire il CICAP è stato poi Giuseppe Geraci, biologo molecolare dell’università Federico II di Napoli: “Il sangue c’è, il miracolo no, tutto nasce dalla degradazione chimica dei prodotti, che crea delle reazioni e delle variazioni anche con il mutare delle condizioni ambientali”. Attraverso un esperimento condotto nel 2010 sulla sostanza presente in una teca simile all’ampolla esposta dal vescovo ai fedeli durante il rito del miracolo, Geraci dimostrò la presenza di sangue umano. Appena il biologo aprì l’ampolla, il liquido rossastro si solidificò a contatto con l’aria, per poi tornare liquido agitandolo. Le analisi fatte sulla sostanza certificarono che si trattava di sangue, dimostrando quindi la possibilità che passasse dallo stato solido a liquido una volta scosso. C’è da dire, comunque, che alla vista dei fedeli il miracolo avviene con l’ampolla chiusa, dunque non a contatto con l’aria. E, appunto, non sempre si verifica, nonostante lo scuotimento. Perché? Mistero. Anzi, miracolo, secondo i fedeli.
Michel Mitov: grasso estratto dai capodogli nell’ampolla
Non per il fisico francese Michel Mitov, che in un libro diede una spiegazione razionale: le ampolle non contengono sangue ma soluzione d’argilla e spermaceti, grasso ceroso estratto dalla testa dei capodogli. “Materiali sensibili a manipolazioni e temperatura”.
Guido Trombetti: “Nell’ampolla sangue umano”
A sostegno del lavoro di Geraci è arrivato Guido Trombetti, matematico e accademico di prestigio internazionale: “Nella teca custodita in cattedrale vi è certamente sangue umano. Facendo così giustizia di ipotesi fantasiose. Perché il 19 settembre di ogni anno, agitando la teca, il sangue ivi racchiuso possa sciogliersi nessuno sa dirlo. Neanche gli esperimenti di Geraci”. Questa la conclusione della tesi, riportata dal sito dell’UCCR: “I punti di incontro e di dialogo tra scienza e fede vanno cercati tenacemente. Superando però un equivoco sempre in agguato: bisogna smetterla con la pretesa superiorità intellettuale della posizione dei non credenti rispetto a quella dei credenti”. La realtà è che, al di là delle diatribe credenti-non credenti e scienza-religione, una spiegazione scientifica definitiva del fenomeno non è stata ancora trovata. Ma nemmeno la prova che si tratti davvero di miracolo. Il mistero di San Gennaro continua.
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