Una donna dotata di una seduzione emotiva, capace di affascinare intere generazioni e di alimentarne il mito. Moana Pozzi era una donna bellissima, ma non perfetta. Girava pellicole hard, ma aveva una classe ed un’eleganza che nessuna delle sue colleghe aveva posseduto prima. Era capace di eccitare il suo pubblico senza mai risultare volgare. Sono passati quasi trent’anni dalla sua morte. Eppure, resta un’icona indimenticabile ed indimenticata. Come il titolo del film che la rese celebre, Moana fantastica lo era per davvero.
All’anagrafe Anna Rosa Moana Pozzi, la pornostar più mainstream di tutti i tempi nacque a Genova il 27 aprile del 1961 da una famiglia ultraconservatrice. Di profonde radici cattoliche, era figlia di un ingegnere nucleare, Alfredo Pozzi e di una casalinga, Alessandra Alloisio. Aveva anche una sorella di due anni più piccola, Tamico, che sarà poi conosciuta come Baby Pozzi.
Moana, ricevette fin dalla tenera età un’educazione rigida. Era infatti stata iscritta in istituti religiosi come le suore Marie Pie e le suore Scolopie. Frequentò poi il liceo scientifico di Genova, dove iniziò a coltivare le proprie velleità artistiche. Il suo sogno era quello di diventare famosa e di lasciare la sua impronta nel mondo. Per questa ragione, con il compimento della maggiore età, decise di lasciare Genova per trasferirsi a Roma ed intraprendere la carriera come modella e attrice. Bella, travolgente, spregiudicata e con un portamento quasi regale, Moana aveva tutte le carte in regola per sfondare nel mondo dello spettacolo. Ed in effetti è quello che fece. Anche se il successo non arrivò facilmente. O almeno non arrivò subito.
Moana non incontrò particolari difficoltà in termini di esperienze cinematografiche. Quindici furono i film che la videro recitare tra il 1981 ed il 1985. Addirittura, si interessarono a lei registi dal calibro di Federico Fellini e Neri Parenti. Ma questo per la giovane Pozzi non bastava. Non bastava perché quelle esperienze cinematografiche non le davano la popolarità ed il successo che aveva da sempre bramato. “Se non divento famosa cambio” dichiarò in un’intervista del 1985. E così fece. Approdando nel mondo dell’hard.
L’anno della svolta per Moana fu il 1986 con il suo ingresso nell’agenzia Diva Futura di Riccardo Schicchi. Nonostante avesse già girato alcuni film a luci rosse, il successo della giovane arrivò con Fantastica Moana. Un film diretto proprio da Riccardo Schicchi che consacrò l’ingresso dalla porta principale della Pozzi nel mondo dell’hardcore. Da quel momento in poi sarà un tripudio di successi.
Moana divenne il simbolo del porno in Italia. Bella ed eccentrica, spesso divisiva, ma mai volgare. Caratteristiche che nel’90 la resero miliardaria. Innumerevoli le pellicole girate, un successo senza precedenti. Una fama che la fece approdare anche sul piccolo schermo rendendola mainstream. Ospite e conduttrice sui principali canali, Moana diventò ben presto un fenomeno di costume. Tutti parlavano di lei. Tutti la volevano nei loro film. Molti, anche nel loro letto.
Ricca quasi come la sua carriera cinematografica è stata anche la vita privata. Molti sono stati i suoi amanti celebri. Attori, calciatori, registi, uomini del clero. Passando per illustri personaggi della politica italiana. Noto e chiacchierato è stato infatti il presunto flirt di Moana con il presidente Bettino Craxi. Un flirt che per anni ha sollevato dubbi anche su di un ipotetico coinvolgimento della diva con i servizi segreti. Nel dubbio, invece, tanti segreti non c’erano nella sua vita sessuale. Nel 1991 la Pozzi pubblicò un libro dal titolo La filosofia di Moana. Pagine divisive, nelle quali la donna si era cimentata a dare i voti a tutti i suoi amanti. Il voto più alto, un tondissimo “otto”, toccò a Marco Tardelli, fuoriclasse della Juventus. Che ebbe con lei una bollente relazione. Nonostante si dichiarasse allergia ai legami, il 13 ottobre del 1991 sposò a Las Vegas il suo autista Antonio Di Ciesco. Un matrimonio tenuto segreto. Fino all’apertura del testamento.
Era il 1992, quando nel pieno della bufera Tangentopoli, Moana Pozzi decise di scendere in politica. Prima candidandosi in Parlamento e poi alle elezioni del comune di Roma. Anche il nome scelto era rivoluzionario. La pornostar, infatti, scelse di mettersi in lista con il Partito dell’Amore, un partito fondato insieme a Ilona Staller, alias Cicciolina, ed al suo manager Riccardo Schicchi. Nonostante le numerose preferenze conquistate, oltre dodicimila, non riuscì ad ottenere politicamente il riconoscimento auspicato.
Molteplici sono ancora oggi i misteri che albergano intorno alla morte di Moana Pozzi. Secondo la versione ufficiale, sarebbe morta a causa di un cancro il 15 settembre del 1994 in un ospedale di Lione. Oggi però non c’è alcuna tomba dove piangere i suoi resti. Nessuno sa dove e se sia stata seppellita. Negli anni si sono rincorse le voci di una sua fuga in India o in Polinesia. Una fuga dettata per riconquistare quella normalità che le mancava da troppo tempo. La vita di Moana è stata avvolta da intrighi e misteri mai risolti. Come quella relativa alla controversa figura di Simone Pozzi. Prima conosciuto dal pubblico come fratello, poi come figlio frutto di un incesto. Ma del resto, potrebbe trattarsi di fantasie legate al mito. Un mito con il nome di Moana Pozzi. Intramontabile.
E proprio alla storia di Moana Pozzi è dedicata una docu-serie prossimamente in uscita su Warner Bros. Discovery. Un progetto scritto da Flavia Triggiani, Marina Loi e Marco Gregoretti. Con la regia d Flavia Triggiani, Marina Loi e Alessandro Galluzzi, la produzione della Verve Media Company, la consulenza editoriale e giornalistica di Anna Vagli e di Rachele La Serra.
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