La strada verso la mobilità sostenibile è stata tracciata oramai da tempo in numerose città del mondo, siano esse di grandi dimensioni come piccole realtà urbane, arricchendo e migliorando il sistema dei trasporti attraverso una rete integrata di progetti pensati per ridurre il traffico veicolare, migliorare la qualità dell’aria, ottimizzare i consumi energetici, incentivando quanto più possibile l’abbandono dell’auto privata, in attesa che si affermino su larga scala modelli ibridi o elettrici di ultima generazione che si stanno affacciando adesso sul mercato, come ad esempio la Hyundai Ioniq.
Ma per conciliare ambiente ed efficienza, avendo come mantra il concetto di mobilità sostenibile, è necessario un sistema interconnesso che, grazie anche alle nuove tecnologie digitali e l’infomobilità, permetta al singolo cittadino di scegliere un mezzo o un altro in tutta semplicità, a seconda del percorso da effettuare. Una realtà che si sta già consolidando, come dimostrano queste 7 città del mondo al passo coi tempi che a nostro avviso dovrebbero essere prese a modello di città intelligente.
La mobilità a zero emissioni è possibile inoltre anche in forme alternative. Ad esempio attraverso la tecnologia a celle di combustibile che usano l’idrogeno come vettore di trasporto dell’energia. Hyundai è all’avanguardia anche in questo aspetto, avendo prodotto in serie fin dal 2013 la ix35 Fuel Cell; i primi prototipi Hyundai ad idrogeno risalgono al 2001, le ricerche sono state avviate nel 1998. In questo veicolo l’idrogeno è stoccato in un apposito serbatoio a pressione. Quando la molecola raggiunge la pila di celle a combustibile, essa si combina con l’ossigeno e avviene una reazione elettrochimica che libera elettroni e vapore acqueo. Il flusso di elettroni viene trasmesso ad un convertitore che alimenta il motore elettrico da 136 cavalli. L’acqua viene poi espulsa allo scarico. Nessuna emissione inquinante. L’autonomia della ix35 Fuel Cell è di 594 Km. Molto interessante è il tempo di rifornimento del serbatoio d’idrogeno: circa 3 minuti, del tutto equivalente a quello necessario per un’alimentazione tradizionale.
In Europa attualmente circolano circa 300 esemplari della Hyundai ix35 Fuel Cell, distribuiti in dodici nazioni. Fra le varie città segnaliamo Copenhagen, poi Londra, Amburgo, Francoforte, Bruxelles e altre, fra cui Bergen in Norvegia; prossimamente anche Parigi, per una flotta di taxi. In Italia è stata aperta una stazione di rifornimento per idrogeno a Bolzano, dove circolano alcuni esemplari della ix35 Fuel Cell.
Un altro strumento importante verso la mobilità sostenibile è il car sharing. Si adatta particolarmente alle metropoli, dove del resto incontra richieste crescenti da parte dell’utenza. Unisce la filosofia del mezzo pubblico al trasporto privato: un veicolo condiviso da più persone, adatto a circolare negli ambienti urbani, organizzato in modo da eliminare il grande problema del parcheggio, come autobus e treni; in più, dotato della versatilità e comodità che solo un’automobile può dare. Negli ultimi tempi si sta sviluppando la sua naturale evoluzione, cioè il car sharing elettrico. Avendo come ambito di destinazione la città, non è difficile trovare stazioni di ricarica. La flotta di una società di gestione è in grado di ruotare nel modo più efficiente le auto con batteria carica e quelle che hanno bisogno di rifornirsi di elettricità.
Soluzioni di car sharing elettrico sono disponibili praticamente ovunque. A fare da guida sono comunque ancora le città nordiche: Oslo è considerata la capitale mondiale della mobilità elettrica, quindi va da sé che anche il car sharing sia estremamente sviluppato. Anche Copenhagen ha una percentuale molto elevata di elettriche condivise, così come diverse altre capitali europee.
Hyundai anche in questo campo si dimostra all’avanguardia. Perché nell’estate 2016 ha avviato il primo servizio al mondo di car sharing elettrico ad idrogeno. Si chiama BeeZero, è stato attivato in Germania, a Monaco di Baviera. Si avvale di una flotta di 50 Hyundai ix35 Fuel Cell, il sistema a celle di combustibile di cui abbiamo parlato poco sopra. Emissioni zero e un passo avanti verso il futuro. Oggi.
Iniziamo il nostro viaggio intorno al mondo della mobilità sostenibile con Copenaghen, storica capitale delle biciclette, una delle prime a fornire un servizio di bike sharing ai propri abitanti, nell’ormai lontano 1995. Ma l’intero sistema di politiche locali è stato indirizzato alla mobilità su due ruote, con servizi mirati quali infrastrutture, parcheggi dedicati, onde verdi per i cicli, facilità nei trasferimenti intermodali.
Salendo dalla Danimarca alla Norvegia, passiamo dalla capitale delle biciclette alla città più elettrica d’Europa, se non del mondo: Oslo è la patria infatti delle auto elettriche, un boom corroborato dalle politiche di incentivi attuate negli anni dal governo mediante sgravi fiscali e l’implementazione di una rete di ricarica, che vanta oggi oltre 4mila colonnine.
Tra le realtà urbane che maggiormente sono votate alla mobilità sostenibile oggi c’è anche una delle città più antiche d’Europa, la capitale ungherese Budapest, che ha da poco tempo rimodernato la linea metropolitana che attraversa la città. Inoltre vanta 300 chilometri di piste ciclabili, ha aumentato il servizio di bike sharing con 76 stazioni ed oltre mille mezzi a disposizione, e di recente ha acquistato nuovi bus dotati di sistemi di motorizzazione più efficienti e a basso impatto ambientale.
Con i suoi 600mila abitanti è la principale città dello Stato dell’Oregon, ma per gli Usa Portland rappresenta anche un fiore all’occhiello quando si parla di città intelligente e mobilità sostenibile: da oltre tre decenni viene pianificata con estrema attenzione in questa realtà urbana uno sviluppo basato su alta qualità della vita coniugata con basso impatto ambientale. Trasporto pubblico, ciclabilità e pedonalità sono i cardini essenziali del progetto Portland, costituendo il carattere identitario della città: basti pensare che per quanto riguarda la ciclabilità, in dieci anni, precisamente tra il 1990 e il 2000, c’è stato un aumento del 90 per cento degli utenti della bici e un incremento della rete ciclabile del 256 per cento.
Se nel 2011 la città tedesca di Amburgo è stata eletta la capitale green d’Europa un motivo c’è, ed è il progetto HafenCity, a dir poco ambizioso, che punta a trasformare la città in una realtà urbana senza automobili entro i prossimi 20 anni, realizzando una cintura verde che sia percorribile solo a piedi o in bicicletta. Già oggi la città ha circa 1700 chilometri di piste ciclabili e una fermata d’autobus ogni 300 metri, e il 45 per cento della rete stradale ha severi limiti di velocità fissati a 30 chilometri orari, proprio per favorire l’abbandono dell’auto a favore di una mobilità alternativa.
Volando in Giappone, la mobilità sostenibile trova un terreno fertile soprattutto nell’applicazione delle più avanzate e sofisticate tecnologie applicate allo sviluppo urbano, sfruttando in questo modo uno dei punti di forza dell’economia nipponica in chiave ambientale: Tokyo è tra le metropoli di vaste dimensioni del pianeta una di quelle maggiormente proiettate verso il futuro, con numerosi progetti sperimentali ed altri già in essere: tra i primi segnaliamo il Maglev, il treno a lievitazione magnetica, veloce e di basso impatto ecologico, inaugurato ai tempi dell’Expo ad Aichi, vicino alla città di Nagoya, dove oggi opera come tratta per la comunità locale, ma che nei prossimi anni dovrebbe arrivare a collegare anche Tokyo e Osaka. È già realtà invece per la capitale la linea di bus a idrogeno istituita nel 2015, che permette di ridurre sensibilmente le emissioni inquinanti in città.
A perfetta chiusura del cerchio, il nostro viaggio termina quasi dove era iniziato, in terra scandinava: Malmö è un punto di riferimento a 360 gradi per quanto riguarda la sostenibilità, in ambiti che vanno dal trattamento dei rifiuti in maniera innovativa all’edilizia green, fino ad arrivare naturalmente alla mobilità, grazie a 490 chilometri di piste ciclabili, una flotta comunale di mezzi pubblici pensata a basse emissioni inquinanti, e infine una low emission zone interdetta ai mezzi pesanti sin dal 2007, per diminuire l’inquinamento atmosferico e acustico. Una città che pensa in maniera ecologica, dimostrando concretamente cosa voglia dire vivere in una realtà sostenibile.
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